
Cowboy Junkies The Wilderness, the Nomad Series vol. 4
2012 - Proper Records / IRD
Il lavoro inizia con Unanswered Letter dai ritmi leggeri e una voce angelica che scorre via fluida, prosegue con la splendida Idle Tales nel loro tipico stile con intro d’organo, una bellissima voce in crescendo ed una chitarra elettrica che ad un certo punto taglia la delicatezza dell’ atmosfera acustica originaria e si conferma con Angels in The Wilderness che sembra una poesia cantata dall’atmosfera mistica e pastorale assolutamente affascinante.
Molto bella anche Fairytale che ricorda una danza celtica dominata da un alone di misticismo con una voce sofferta di Margo che quasi declama le singole parole creando un’atmosfera struggente sullo sfondo di uno splendido violino. Nelle canzoni finali la famiglia Timmins cerca di cambiare registro, si alzano i ritmi, i suoni sono più aperti, The Confession of George E termina quasi in chiave rock anni ‘70, mentre Fuck, I Hate the Cold con cui si chiude il disco è una vera ballata rock in tipico stile Cowboy Junkies, gioiosa, frizzante con una bella batteria sotto che ravviva il disco a confermare che, anche se ci si è abituati, vivere sempre al freddo non è il massimo della vita.
Un bel lavoro che ci riporta ai suoni originari della band, atmosfere esistenziali e malinconiche frutto di ballate lente dominate dalla bellissima voce di Margo con testi che parlano di fragilità e drammi personali, un disco perfetto da gustarsi rilassati quando ci si vuole staccare dai ritmi forsennati della quotidianità e si vuole riflettere su ciò che ci sta intorno.