Delta hardware<small></small>
Jazz Blues Black

Charlie Musselwhite Delta hardware

2006 - Real world

17/01/2007 di Christian Verzeletti

#Charlie Musselwhite#Jazz Blues Black

Quando qualche mese fa ho appreso dal sito web di Charlie Musselwhite dell’uscita di un nuovo disco, non credevo in un lavoro all’altezza di “Sanctuary”. Mi sarei accontentato di un onesto album di buon blues anche perché si parlava di una raccolta di canzoni scritte nel corso degli anni. Invece “Delta hardware” non è un riempitivo richiesto dalla Real World per sfruttare la scia dei consensi ad ampio raggio ottenuti da “Sanctuary”. Questo è un altro signor disco che sta in piedi con le sue gambe, degno dell’altezza di un musicista come Musselwhite.
Diverso dal precedente, ma altrettanto valido, “Delta hardware” è un lavoro più ruvido, in un certo senso anche più duro.
Già la copertina è un segnale chiaro: l’immagine di quel vecchio edificio indica molto di più di una rivendita di pezzi d’auto, è un cartello posto all’inizio di una strada che punta a sud, verso il Delta del Mississippi. Non a caso il booklet prosegue nella stessa direzione: dopo essere passati per Possumneck, dove i Musselwhite si erano insediati ai tempi dei pionieri, si sfiora la capanna in cui viveva Muddy Waters e si giunge ai limiti di Kosciusko, cittadina che ha dato i natali all’autore.
Le canzoni procedono in modo altrettanto esplicito: “Church is out” è un brano rock, secco come ce ne sono stati pochi in questo 2006. Non ci poteva essere miglior apripista per far capire che qua non si fanno sconti: quando l’armonica e la ritmica vanno all’assalto di “One of these mornings” e le chitarre sferragliano su “Sundown”, si stà già avanzando sul sentiero polveroso partito dal retro dell’edificio.
Quello di Musselwhite è un viaggio che si addentra in un territorio ostico: con lui ci sono Chris "Kid" Andersen (chitarre), Randy Bermudes (basso), June Core (batteria, percussioni) e a far da guida un maestro come Little Walter di cui vengono rivisitati due pezzi strada facendo.
Non ci sono fronzoli neanche quando compare un minimo loop di basso: il parlato di Musselwhite è voce di un uomo e di un musicista che dice solo ciò che da dire senza retorica alcuna. Tra i pezzi migliori del disco ci sono i rimandi a New Orleans di “Black water” e “Invisible ones”, assai più profonde e intestine delle solite blues ballad, con l’armonica a rendere il tutto ancora più spiritato, e “Clarksdale boogie” con le chitarre aguzze e le voci che arrivano davvero da un juke joint.
Musselwhite e il suo combo non fanno nulla di nuovo, ma quando suonano hanno sulle mani i segni di chi ha faticato una vita intera. Con “Delta hardware” hanno messo in piedi una rivendita di pezzi blues originali del luogo e lavorati a mano, convinti che questi servano e durino più dei ricambi offerti dalla tecnologia moderna.
Ancora una volta tra i dischi blues dell’anno.

Track List

  • Church Is Out|
  • One Of These Mornings|
  • Sundown|
  • Black Water|
  • Clarksdale Boogie|
  • Just A Feeling|
  • Gone Too Long|
  • Invisible Ones|
  • Town To Town|
  • Blues For Yesterday

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