Calibro 35 Traditori di tutti
2013 - Record Kicks / Audioglobe
#Calibro 35#Italiana#Alternative #Rock #Funk #Instrumental #Experimental
E sì che loro questa tradizione l’hanno saputa interpretare benissimo in Calibro 35 (2008), Ritornano quelli di …Calibro 35 (2010), Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale (2012), fino a Said (2013), colonna sonora originale dell’omonima pellicola diretta da Joseph Lefevre, registrata mentre il film scorreva sullo schermo, nello stesso stile delle orchestre che musicavano i b-movie negli anni ’60 e ’70.
Ma come ogni buon interprete fa e sa, chi vuole rendere onore alla tradizione deve prima o poi tradirla e tradurla in qualcosa di nuovo. Traditori di tutti è esattamente questo.
Resta il principio della colonna sonora, anche se in questo caso costruita su uno scheletro di 12 tracce strumentali totalmente inedite, ma i Calibro 35 stavolta non vanno a musicare un’opera cinematografica, danno piuttosto suono ad un romanzo.
Il quintetto Gabrielli-Rondanini-Colliva-Martellotta-Cavina si è ispirato per questo suo nuovo lavoro in studio al noir Traditori di tutti di Scerbanenco, maestro del giallo italiano e autore, tra l’altro, di quel I milanesi ammazzano al sabato da cui hanno preso spunto gli Afterhours per il titolo dell’album che ha preceduto Padania.
E come abili architetti di arrangiamenti, i Calibro hanno arricchito le loro tipiche sonorità con l’uso dei diapason del dulcitone, metalizzando le scale melodiche del piano, con il mellotron, per dare maggiore spessore sinfonico alle parti prog dei brani, e col philicorda, che riveste ancor più di ambientazione vintage suoni già di loro analogici. Il risultato è un disco unico ed espressivo, in cui funk, progressive e psichedelia si mescolano in un groove trascinante o soffuso, avvolto da chitarre fuzz e da un basso insistente e cupo o sorretto da cori femminili sensuali e spettrali, fino a slanciarsi in ritmiche incalzanti e tipicamente seventies, cui fanno da supporto i fiati del Maestro Gabrielli.
Se avete presente i Goblin, le fascinazioni da spaghetti western e le musiche di alcune serie tv americane di fine ’70 e inizi ’80, allora siete in pieno mood Traditori di tutti, con la differenza che chi suona lo fa nel XXI secolo e con l’abilità di chi sa bene come azionare una macchina del tempo e trasportare l’ascoltatore nelle strade infide e sospette di una Milano fosca e inequivocabilmente in bianco e nero.
Giulia Mon Amour, Mescalina 6,The Butcher’s Bride e Miss Livia Ussaro su tutte, non solo per la straordinaria perizia tecnico-esecutiva dei cinque, ma anche per il coinvolgimento fisico e le suggestioni che suscitano.
Traditori e musicisti, ça va sans dire. Soprattutto, una delle migliori impronte del rock(-funk-jazz) made in Italy.