East / west<small></small>
Jazz Blues Black

Bill Frisell East / west

2005 - NONESUCH

24/01/2006 di Christian Verzeletti

#Bill Frisell#Jazz Blues Black

Il 2005 rischiava di essere un anno magro per Bill Frisell: oltre che in un progetto accademico come “Richter 858”, lo avevamo trovato impegnato “solo” in alcune collaborazioni (le più significative quelle con Vic Chesnutt e Paul Motian). Poca roba per uno come lui, abituato a fare musica con una regolarità impressionante, sia in qualità che in quantità.
A quanto pare nella seconda metà dell’anno Frisell ha deciso di recuperare il terreno perduto: prima ha pubblicato un doppio disco dal vivo e poi ne ha messo in download sul suo sito (www.billfrisell.com) un appendice per altri due cd (“Further East / Further West”).
Gli album sono tratti dalle medesime serate: “West” è stato registrato in California nel maggio 2004, mentre “East” al Village Vanguard di New York nel 2003 (lo stesso vale per “Further East / Further West”). Ad Ovest Frisell è accompagnato da Viktor Krauss al basso e da Kenny Wolleson alla batteria, mentre ad Est da Tony Scherr al basso e ancora da Wolleson alla batteria.
La scelta del luogo si rivela determinante tanto per la scaletta quanto per il suono: più libera e nera sul versante della West Coast, più standard e bianca sulla costa opposta. Per sommi capi c’è approccio che in “West” è funk-blues e in “East” è jazz-swing: la distinzione è sommaria perché poi entrambi i dischetti godono della libertà sonora di cui Frisell è capace andando a toccare in entrambi l’avanguardia.
Del primo cd sono sa segnalare la cover di “I Heard It Through the Grapevine”, il richiamo patriottico di “Shenandoah”, la blues ballad di “Boubacar”. Il punto di partenza è piuttosto minimale: Frisell introduce i pezzi con poche note, “pizzicando” la chitarra per qualche minuto prima di entrare nel brano come fa esemplarmente in “A Hard Rain´s A-Gonna Fall”.
Lo stesso succede nel secondo cd con l’inizio romantico di “My man’s gone now” di Gershwin e “The days of wine and roses”. Esaurita la fase swing anche “East” si libera facendosi più interessante soprattutto nella parte centrale con una “Ron Carter” tratta da “Blues dream”. Frisell torna poi ad omaggiare la tradizione ora folk in “Goodnight Irene”, soul in “People” e country nelle conclusive “Crazy” di Willie Nelson e “Tennessee Flat Top Box” di Johnny Cash.
Ogni brano è sviluppato in modo avanguardistico con gli strumenti e anche qualche loop a liberare i pezzi: i dischi sono di alta qualità e stabilire quale sia il migliore è come trovarsi a dare i voti in un All Star Game dell’NBA, ma la sensazione è che “East” suoni più come una carrellata riassuntiva delle capacità di Frisell.
“West” è teso ed omogeneo ed è probabilmente quanto di più rock questo invidiabile chitarrista possa offrire.

Track List

  • Cd doppio

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