Aa Vv The Art Of McCartney
2014 - Artic Puppy
Hey, Jude, don't make it bad, Take a sad song and make it better….
Fare una cover di una canzone di Paul McCartney e riuscire nell’intento di essere all’altezza dell’originale, senza fare un mero esercizio di replica, è senz’altro un’impresa ardua, fare un doppio cd con 34 canzoni e 8 bonus track è un’impresa ‘disumana’ anche per un produttore di successo come Ralph Sail, che per questa titanica impresa ha scomodato un insieme di artisti che mai in altre occasioni riuscirete a vedere insieme, tanto diversi e incompatibili sono tra loro.
Malgrado queste premesse e l’inevitabile ira della stuolo di fans scatenati del Macca (tra i quali potrei essere annoverato anch’io, anche se non sono incline agli eccessi..) bisogna riconoscere che in questo doppio cd ci sono delle piccole gemme, provenienti alcune volte da personaggi da cui meno potresti attenderle. Prendiamo ad esempio, Alice Cooper e i Kiss che riescono a produrre rispettivamente delle versione ragguardevoli di Eleanor Rigby e Venus and Mars / Rock Show, senza cadere nelle esagerazioni che normalmente li contraddistinguono. Stesso discorso per Barry Gibb che sforna una deliziosa versione di When I’m Sixty Four. Buona la prova di ‘ piano man’ Billy Joel che si cimenta in in Maybe I’m Amazed e soprattutto Live and Let Die, rendendone due ottime cover per arrangiamenti e prestazione vocale. Non mi è dispiaciuto neanche Yusuf/Cat Stevens che riesce a non banalizzare The Long And Winding Road (quanto sarebbe stato meglio se l’avesse inserita nel suo recente album al posto della discutibilissima The Devil Came From Kansas!).
Allo stesso livello metterei la versione Junior’s Farm di Steve Miller, su cui mette il marchio di fabbrica della sua voce e della sua Stratocaster di Helter Skelter di Roger Daltrey (ma sarebbe andata benissimo anche la Dana Fuchs di Across The Universe) e Let Me Roll It di Paul Rodgers, bell’arrangiamento di chitarre e voce robusta e potente. I punti più alti dei questo tribute vengono però raggiunti da Things We Said Today interpretata da Bob Dylan, con un bell’arrangiamento, più veloce dell’originale e cantata alla grande da Bob che gracchia meno del solito, Yesterday di Willie Nelson, con un arrangiamento più scarno dell’originale, ma capace di renderne appieno la drammaticità, e, soprattutto, la cover Wanderlust di Brian Wilson, che riesce a trasformare un brano ‘minore’ (per carità per altri compositori che non avessero il blasone del Macca sarebbe un masterpiece …) in piccolo capolavoro di armonie vocali con arrangiamento degno dei migliori lavori di Brian Wilson. Tutto il resto è (veramente) noia e viene subito voglia di ascoltarsi gli originali….