Intervista a Mash
11/04/2019 - News di desa-comunicazioni
Oggi siamo in compagnia di un promettente artista, ma andiamo a conoscerlo meglio:
Ciao! Presentati ai nostri lettori
Ciao, sono Mash! Scrivo canzoni raccontando la mia vita e quella di chi incrocia il mio cammino, che al momento dura da 21 anni: magari ho scritto anche di te e ancora non lo sai. Vivo a Cittadella, nel padovano, ma sono spesso in viaggio perché la mia musica non sopporta proprio di stare chiusa in casa.
Ci racconti il tuo percorso artistico?
La musica è sempre stata una mia cara compagna di vita, ma solo a 12 anni inizio a suonare: di punto in bianco mi viene voglia di studiare chitarra e così mi iscrivo alla scuola di musica dove tra l’altro oggi insegno, la Filarmonica Cittadellese; è allora che mia madre mi regala la prima 6 corde acustica.
L’avventura continua con la band rock che metto in piedi nel 2011, i The Overmind: con loro crescerò molto approfondendo il mondo della scrittura e dei live nel ruolo di cantante-chitarrista.
Nel frattempo alle lezioni di chitarra si aggiungono quelle di canto e pianoforte, fino a salpare verso nuove terre nel 2016, anno in cui viene alla luce il progetto solista pop MASH. Da quel momento inizio a sperimentare con i testi in italiano (ero abituato a scrivere in inglese) e capisco sempre di più che la composizione è il mio rifugio segreto, un posto dove il tempo non scorre.
I tuoi ascolti musicali?
Quante pagine ho per rispondere? :D
Beh, il mio primo amore musicale fu senza dubbio Fabri Fibra, la colonna sonora della mia preadolescenza: conoscevo a memoria ogni testo e ricordo che lo ascoltavo con un mio caro amico anche prima di andare a catechismo!
Durante l’esperienza della band mi innamoro perdutamente dei Muse e del frontman Matt Bellamy, gruppo che da alcuni anni a questa parte non vuole saperne di lasciare il mio cuore. Restando nel panorama alternative rock, amo anche artisti come Red Hot Chili Peppers, Radiohead e tanti altri. Nella scena italiana contemporanea invece mi affascinano molto Francesca Michielin, Federica Abbate e, più verso l’area indie, Giorgio Poi.
Ma ascolto veramente di tutto, passando dall’heavy metal dei Judas Priest alla progressive house di KSHMR (a proposito, adoro i synth distorti: sono vita che scorre).
Quanto è importante avere un proprio stile musicale?
Essenziale. L’industria culturale in genere si muove tramite le cosiddette “nicchie”: nel campo musicale ogni artista deve essere in grado di costruirsi un proprio marchio che la gente riconosca, perché solo così potrà pian piano crearsi la sua nicchia, fatta da un pubblico che si sente attratto proprio da quelle caratteristiche, da quel modo di essere e di creare contenuti. Nel mio caso questa necessità di essere in qualche modo “iconici” coesiste con un desiderio di apertura alle contaminazioni e all’evoluzione, come il mio nome d’arte suggerisce, per evitare il rischio di cristallizzarsi in sterili etichette musicali.
Cosa ne pensi dei talent?
Sono un valido strumento a supporto di una carriera artistica, nel caso l’artista fosse adatto a un percorso di questo tipo. I talent sono anche potenti strumenti di storytelling, nel senso che possiedono l’invidiabile potere di mostrare a un grande pubblico che esiste un nuovo cantante da ascoltare, raccontandone le specificità a livello musicale ma anche personale. Il problema sorge quando il programma tv viene visto come fine, e non come mezzo: ritengo sia un’esperienza da vivere consapevoli del fatto che si tratta per buona parte di show business.
Due parole sul progetto Maionese?
Maionese Project è una sorta di grande nave della musica capitanata da Davide Maggioni. L’equipaggio è forte e determinato, ma soprattutto pronto a nuove sfide. Davide si dimostra in ogni occasione un professionista e lo ringrazio per aver creduto in me e nel mio brano Circe (Come gli Oceani). Io e gli altri artisti siamo tutti carichi per questo nuovo viaggio!
Progetti futuri?
Canzoni, canzoni, canzoni. Qualcuno ha detto “canzoni”? :D
In questi mesi voglio mettere al primo posto nella scala delle priorità la composizione: sento il bisogno di raccontarmi, di leggermi dentro, perché ho qualcosa da chiarire con me stesso, ma anche una gran voglia di farmi sentire. Aspettatevi l’inaspettabile!
Chi vuoi ringraziare?
Ringrazio chi mi supporta dal giorno 0, a partire dai miei genitori, e chi dopo aver letto queste parole sarà curioso di ascoltarmi. Grazie di cuore agli/alle insegnanti che mi hanno formato, in primis Ornella Carnio, Diego Basso e Riccardo Favero; ringrazio i grandi Francesco Gozzo, Cristian Gallana e Davide Maggioni. Grazie a me stesso per non smettere mai di credere nel valore di ciò che faccio.
I tuoi contatti?
Mi trovate su Instagram dove sono molto attivo con le storie: seguitemi a vostro rischio e pericolo su @mashmusicoff https://www.instagram.com/mashmusicoff/
Oppure sulla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/mashmusicoff/
Ci becchiamo in rete!