Federico Feltrin, l'intervista

Federico Feltrin, l'intervista


07/02/2019 - News di desa-comunicazioni

Oggi siamo con il giovane artista Federico Feltrin, ma conosciamolo meglio:

 

Buongiorno Federico, presentati ai nostri lettori

 

Ciao, sono Federico. Ho quasi ventisette anni. Fino a 15 anni non ho mai troppo badato alla musica, ma una sera mi sono trovato seduto di fianco ad un mio amico, eravamo a Nantwich, vicino a Liverpool, e lui aveva in braccio una chitarra. Subito tutti iniziano a chiederci di cantare qualcosa, forse avevamo l'aria da musicisti, lui più di me, ma soltanto per via della chitarra. Quando sei seduto in cerchio e ci sono degli inglesi non puoi far finta di saper parlare altre lingue, allora devi cantare Battisti: "le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi...". Per essere stata la prima volta non mi posso proprio lamentare. E' iniziata così, le canzoni con un senso sono arrivate molto tempo dopo.

 


Ci racconti come è nato " Si riparte da qui"?

 

Si Riparte Da Qui. Già il titolo la dice molto lunga, si spiega un po da sola, parla di amore , è una canzone, ogni canzone parla di amore, ma in particolare dei ricordi e rimpianti che si lascia dietro una storia, con un unico imperativo, Si riparte! non ci sono alternative. E' nata nel momento giusto, Federico Sapia che collabora con me dai tempi del primo singolo, e anche prima, ha la dote di azzeccarlo sempre il momento giusto, il merito è suo e molto del lavoro anche. Siamo stati a Londra, adoriamo entrambi questa città e abbiamo deciso di girarci il videoclip, ne è venuto fuori un bel lavoro. Londra rinasce ogni volta che giri un angolo, la canzone la veste a pennello.
Per me promuovere una canzone significa andarla a suonare in giro, ho un bel progetto in mente. Tra non molto uscirà un album di dieci canzoni, raccontano ognuna un momento significativo della mia vita, sono una continua evoluzione, non vedo l'ora di farvelo sentire.
 
 
 
I tuoi ascolti musicali?
 
Ascolto di tutto, mi piace non avere pregiudizi, soprattutto sulla musica. Certo ho le mie preferenze, che gravitano intorno al Rock. Amo la musica italiana e la mia voce dimostra la cultura che mi son fatto da bambino, ma poi crescendo ho allargato i miei orizzonti. Adoro gli U2 e i Coldplay, e naturalmente Springsteen e i Rolling Stones. In Italia mi piace ascoltare chi passa meno per radio, tipo i Negrita che hanno un groove fenomenale, e poi chi sa raccontare le cose nelle proprie canzoni come se fossi seduto con lui al bancone di un bar, ad esempio De Gregori, Jovanotti e Cremonini. Ma non posso negare che di Ligabue non mi perdo mai nessuna canzone per strada.
 
 
Secondo te, in che stato di salute si trova la musica italiana?
 
La musica italiana ha delle fondamenta di cemento armato antiatomico. In Italia sono nati i cantautori, che sono forse l'unico genere di artista che ,se uno di loro, di noi anzi, si trovasse isolato dal resto del mondo, riuscirebbe a scrivere ed interpretare una canzone completamente da solo. Oggi credo che uno per emergere debba essere davvero un fenomeno. Il mercato può sembrare saturo all'apparenza, la verità credo sia che la televisione e la radio siano degli stumenti che vengono usati molto male, o per lo meno non a favore di chi vorrebbe ascoltare della buona musica, musica vera, fatta di sentimenti oltre che di basi elettroniche e voce intonata a computer.
 

Una tua opinione sui talent?
 
I talent sembrerebbero, a conti fatti, l'unico modo per farsi notare oggi. Molti mi chiedono "perchè non vai ad amici?", "hai già provato a fare le audizioni per x-factor?". La mia risposta è sempre la stessa, ho scelto un percorso differente, voglio raccontare la mia vita e le mie emozioni, c'è chi scrive romanzi e chi poesie, chi dipinge tele e chi scolpisce il marmo o intaglia il legno. Non è la popolarità che cerco, il successo facile o un attimo fuggente di gloria gonfiata. Voglio semplicemente continuare a fare questo perchè mi piace farlo, è la mia passione e le passioni non hanno prezzo. Poi non si sa mai, ma ora come ora voglio soltanto cantare della mia vita. Ho detto che i talent potrebbero apparire come l'unico modo per raggiungere la popolarità, questo perchè in televisione non c'è altro che parli di musica se non questo e le radio libere sono sparite da prima che imparassi a scegliermi le stazioni da solo. Non voglio dire che siano "il male della musica" ma sicuramente, godendo di una posizione sopraelevata, riescono a mettere in ombra gli artisti emergenti che non vi partecipano, poi parliamoci chiaro, oggi la gente non ha voglia di ascoltare cose nuove, a meno che non siano tormentoni divertenti, preferisce andare sul sicuro coi cari vecchi artisti che ascolta da sempre o accendere la tv e sorbirsi quello che altri hanno già programmato. Nemmeno gli addetti ai lavori hanno più voglia e risorse per investire su nuovi talenti. E' un circolo vizioso dove nessuno ha colpe e nessuno vuole cambiare.
 
 

Progetti futuri?
 
Sto lavorando al mio primo album, cioè ormai è pronto, stiamo definendo gli ultimi dettagli. Con Federico Sapia, che ne ha curato ogni parte, ho passato notti intere a scrivere, arrangiare, buttare via tutto e ricominciare da capo... Non sono io a dover giudicare il nostro lavoro, ma posso dirvi che sono soddisfatto, questo si, davvero molto soddisfatto. Ho creato un gruppo con cui, una volta uscito, andrò a suonare quest'album dal vivo. Non vedo l'ora, la musica live è uno stile di vita. Ho radunato gente con cui sono salito spesso sul palco, Stefano Manzo è il mio braccio destro, un amico vero, e sa spiegarsi meglio con la chitarra che a parole, è un complimento. Mattia Borrelli ha un ritmo e una precisione invidiabili, credo che in un'altra vita costruisse Rolex invece di suonare la batteria, ho dovuto corteggiarlo molto. Mentre al basso ci sarà Daniele Lo Pipero, lui ha molta esperienza e l'orecchio giusto per il mio modo di intendere la musica. Ci divertiremo molto e faremo divertire chi avrà voglia di esserci.
 
Grazie del tuo tempo e buona musica