TRA LE ONDE RADIOFONICHE TROVIAMO “UN PIRATA”, IL BRANO DI DAVIDE PREZZO!!!!
16/10/2018 - News di desa-comunicazioni
UN PIRATA è il primo singolo estratto dal nuovo album di DAVIDE PREZZO intitolato “DA CHE PARTE STAI”. Un brano che, perseguendo l’ obbiettivo dell’intero disco, si sofferma sulla diversità, portando l’ascoltatore a riflettere su di essa e sulla correlazione che questa ha con libertà. “Sono un pirata perché, ho una benda all’occhio una pistola e sparo”. La pistola, ma soprattutto la benda all’occhio, rappresentano una sorte di protezione contro le brutture del mondo, un modo per “esternarsi dall’esterno”, un uscire dalla mischia. “Senza alcuna inibizione porto avanti la mia ciurma, il mio vagare…” Questo continuo non fermarsi, non trovando un piedistallo per farci intravedere l’orizzonte al largo, oltre quell’ isola magari già esplorata. A sorprendere, nel intramezzo del brano, un riff che elettrifica il mood per lo più pacato e quasi acustico della fase di apertura del pezzo, e che assumono oltre la metà del pezzo, un andamento frastagliato e irregolare, che se lo scaraventare delle corde della chitarra ci riporta ai Pink Floyd degli anni ’70, questo sguardo internazionale, si ripiega su se stesso per toccare di nuovo terra italiana e lambire il territori dell’ intramontabile PFM. Come se il navigare verso rotte sconosciute, avesse scatenato l’impeto della tempesta che gli antichi marinai leggevano come un richiamo il disaccordo della divinità riguardo il viaggio intrapreso. Tuttavia qui, il viaggio di questo pirata non conosce alcun limite, né di tempo né di spazio, ma soprattutto di confini, i quali vengono travalicati assieme a tutte le aspettative verso ciò che ci ha deluso o sorpreso. Questo pirata cerca di trattenere ciò che lo rende vivo e conscio delle sue idee, del suo modo di pensare: “Vivo di sogni, tempeste e correnti, le mie ferite cucite dal mare, i miei pensieri lasciati nel vento…”
Il sentimento di desolazione persegue le note disseminate in chiusura del pezzo, quasi un testamento lasciato dal pirata, da questo instancabile viaggiatore solitario, disposto a tutto pur di trovare la rotta favorevole al suo spirito libero che, incapace di approdare nella terra del conformismo sociale, pur di non compromettere quella sua identità costruita vela dopo vela, se ne resta lì, tra i solchi che le onde del mare hanno lasciato in quella sua barca ormai logorata dal tempo, ma che segna ogni scogliera, ogni tempesta, la più leggera ondata battuta su quel legno. E’ un pirata che guarda intorno a sé con un occhio solo, l’altro- quello bendato e immerso nell’oscurità-inspiegabilmente è quello che illumina la radice di un sé che si sedimenta nella sua anima, la consapevolezza interiore, la quale si distingue dal resto e tenta di rimanere chiusa dentro il proprio Io.
Sonia Bellin