IL RAPPER ALFY KAIBA E IL SUCCESSO DI “ME NE IN-FISCHIO”
27/07/2018 - News di desa-comunicazioni
Da qualche settimana in radio sentiamo passare il nuovo singolo di Alfy Kaiba, rapper ma anche fondatore di un’etichetta discografica, la SENZA VALORE RECORDS, con la quale ha pubblicato il suo ultimo album “NON CAMBIERO’MAI” e da cui ha estratto “ME NE IN FISCHIO”, che vede anche la collaborazione della bravissima di Francesca Giuliani, e che sta già ottenendo ottimi riscontri. Del resto il brano è una dettagliata fotografia, “senza alcun photoshop”, dell’atteggiamento ormai consuetudinario di indifferenza verso ciò che ci circonda, che lungi dal essere soltanto un modo per non lasciarsi prendere dallo sgomento della frenesia e tutti i problemi quotidiani, diventa in tutto e per tutto nient’altro che un “infischiarsene” di ciò che non ci riguarda in prima persona. “Sta tranquillo, siamo contenti, votiamo si ma se si tratta di concorrenti…”
Quasi che un atteggiamento che noi giudichiamo indifferente sulla base delle nostre osservazioni, ci desse adito ad assumere noi stessi tale atteggiamento, comportandoci di conseguenza…e anzi, senza badare a questo, senza preoccuparci di cosa sta succedendo intorno a noi: l’importante sembra soltanto “dire la nostra”...parlare si…ma senza far niente. “Siamo altruisti, buoni e visionari, la rivoluzione si la facciamo ma sui divani…tu lo sai siamo un popolo di artisti, i monumenti cadono ma noi non si ma siamo tristi…”
Siamo tutti bravi a vedere i difetti degli altri, a giudicare, ma poi quando si tratta di fare qualcosa, anche nel nostro piccolo, di dare il nostro contributo, diventa tutto troppo complicato…è meglio allora- più comodo di sicuro- restare a guardare, fare finta di niente, pensare che le cose non possano cambiare. “No non c’interessa, ciò che succederà, ma la gente qua lo sai, se ne infischierà e fischierà…”
L’ironia sottesa alle parole del brano fa leva sul linguaggio adoperato nella vita di tutti i giorni, su quanto questo sia talvolta così vuoto e insensato, poiché quello che si dice, non sono altro che frasi riprese da un “sentito dire” che si distribuisce tra la gente: tutti buoni propositi, pensieri moralistici o moralizzanti di chi nella società detiene ha voce in capitolo, la maggior parte delle volte però, proprio questi, non vengono presi in causa nel concreto, costruendo su di essi soltanto inutili discorsi che restano tali. Così chi guarda, chi osserva da fuori, non può che criticare, usando la stessa arma, ossia le parole, senza però fare nulla che possa realmente cambiare le cose.
Sonia Bellin