Tricarico Invulnerabile
2013 - Edel/Nar international
Si respira un’atmosfera ottimista e serena tra i solchi del disco di Tricarico, Invulnerabile, in circolazione da marzo scorso. Un’atmosfera insolita, di questi tempi, che regala qualche minuto di serenità e di riflessione in un mondo che corre sempre troppo in fretta.
Il percorso musicale e artistico del cantautore milanese, diplomato al Conservatorio in flauto traverso (e l’impostazione classica si sente nella cura dei suoni, grazie anche alla produzione di Marco Guarnerio), è piuttosto complesso: conosciuto dal grande pubblico per l’exploit di Io sono Francesco , ormai 13 anni fa, ha poi vissuto alterne vicende, ritagliandosi un posto fra i raccontatori di storie in musica, grazie a brani come Vita tranquilla (Premio Sanremo della critica 2008) o Tre colori (con testo di Fausto Mesolella), ma non ha più raggiunto quel successo popolare degli esordi.
Questo lavoro non riuscirà a bissare quel lontano successo: non c’è un tormentone costruito apposta per la classifiche mainstream, e neppure una serie continua di capolavori indimenticabili; ci sono invece alcune buone canzoni, piuttosto tradizionali, Riattaccare i bottoni e Il tuo coraggio su tutte, con un piglio battistiano in qualche punto (Tempo e notizie), e qualche debito di troppo nei confronti di Vasco Rossi (come in Invulnerabile, con tanto di assolo di chitarra finale).
La voce di Tricarico sottolinea la voluta ricerca di un’impressione di ingenuità e freschezza da trasmettere all’ascoltatore, e sembra essere in perfetta sintonia con la grafica minimale e naive dell’artwork. La vita, sembra suggerire il cantautore, vale la pena di essere vissuta, e sorridere è molto importante (come canta in Amico mio). Sorridere anche dei propri successi degli esordi, come nella Ghost track, in cui Tricarico si diverte a rivisitare anche nel testo la sua hit. Francesco abita ancora qui, ma sta cambiando. E noi aspettiamo con fiducia.