The Strokes Room on fire
2003 - RCA
2003: gli Strokes si trovano di fronte all’ostacolo del secondo album, un ostacolo ancora più arduo da superare a causa delle enormi aspettative che li circondano. Preceduto dal singolo “12:51”, scaricabile gratuitamente dal loro sito internet, esce “Room On Fire”.
Le premesse sono più che necessarie. Innanzitutto il grande clamore suscitato dal loro esordio non era dovuto tanto alla loro maestria musicale, quanto al loro modo di porsi come rockstars, che molto hanno saputo pescare dagli archivi degli anni ’70.
Seconda premessa fondamentale è il fatto che gli Strokes non sono degli innovatori e come la maggior parte dei gruppi rock sorti negli ultimi anni non sono in grado di dare una nuova faccia al rock’n’roll.
Detto questo, non si capisce davvero la grandissima attesa che ha circondato “Room On Fire”: è il normale seguito di un album come “Is This It”, esattamente quello che doveva essere, come altrimenti non poteva essere.
“Whatever Happened?” apre le danze con un sound forte, deciso e trascinante che subito riporta al primo capitolo della saga-Strokes senza spostare di una virgola la sonorità del gruppo, che tanto aveva attratto e tanto attrae.
“Reptilia”, secondo singolo, la semplicissima e vincente “12:51”, la buona “Beetween Love And Hate” e “The Way It Is”, miglior pezzo del disco, mettono allegria, perché negli Strokes non bisogna cercare grandi giri di basso, grandi assoli di chitarra, ma solo canzoni dirette.
Da segnalare “Under Control”, unica deviazione dalle sonorità ruvide e tese del garage-rock, che si presenta come una ballad: Casablancas e soci, anche in questo caso, dimostrano di saperci fare, pure senza eccedere nella qualità.
Undici tracce per trentatré minuti di musica: questo offrono gli Strokes, pezzi tirati lunghi al più tre minuti con un sound forse ripetitivo, forse già sentito, ma sicuramente vincente.
Dimentichiamoci tutto il grande circo che sta attorno ai cinque newyorkesi, dimentichiamoci dei vestiti firmati, del lavoro del padre di Casablancas e dei flirt di Fabrizio Moretti e guardiamo alla musica: se si cerca un disco senza troppe pretese, per riempire i momenti morti delle giornate, gli Strokes sono senza dubbio il gruppo adatto.