The Strokes First impressions of earth
2006 - Rca
La prima cosa che balza all’occhio, dopo più di due anni di silenzio discografico, è il tempo: l’album dura cinquantasei minuti, quasi il doppio di quanto duravano i primi due dischi, e anche la durata media delle canzoni (prima fossilizzata su tre minuti scarsi) è notevolmente superiore al passato. Una cosa è certa: Casablancas e soci si sono presi del tempo ed hanno lavorato attentamente sulla terza uscita discografica targata Strokes, non solo per quanto concerne la durata complessiva ma anche riguardo ai più importanti aspetti della composizione, degli arrangiamenti e della produzione, tutti fattori più maturi che in passato.
Onde evitare equivoci, i newyorkesi partono in quinta: “You Only Live Once” è la “Whatever Happened” dell’album, classico sound alla Strokes fatto di chitarre garage dai ritmi serrati e dalla voce di Julian inconfondibile nelle sue esplosioni energiche. Segue “Juicebox”, primo vincente singolo dal censuratissimo videoclip: prosegue l’alternanza tra strofe veloci che preparano i botti dei ritornelli.
Per quanto riguarda le innovazioni, qualcosa di diverso dal solito si sente in “Razorblade”, dagli echi funky che rimandano ai Red Hot Chili Peppers, nella lenta e scandita “On The Other Side” (bella voce ma nulla di più, gli Strokes sono sempre meglio quando fanno garage rock), in “Ask Me Anything” che rimanda dritti a Lou Reed (dichiarata fonte di ispirazione per la band dai tempi di “Is This It”) e nella cadenzata “Fear Of Sleep”, dove eccelle la contrapposizione strofe-ritornelli.
Visto da lontano “First Impressions Of Earth” suona dunque come un buon album garage rock, con echi della scena newyorchese anni settanta riletti in chiave moderna. Non mancano delle variazioni sul tema, a dire il vero non sempre riuscite, ma quando gli Strokes decidono di suonare a cento all’ora dimostrano ancora una volta la loro validità: bastino, sul finale, la vivacissima “Ize Of The World” e la corsa senza respiro di “15 Minutes”.
Mi chiedo, per chiudere, perché gli Strokes si siano incaponiti nel fare un album così lungo rispetto ai loro standard: togliendo 4-5 pezzi, “First Impressions Of Earth” sarebbe stato un disco di grandi hits, quasi alla “Is This It”, ma il peccato di strafare vela un po’ il giudizio finale, che resta comunque solidamente positivo. Se amate gli Strokes, “First Impressions Of Earth” di certo non vi deluderà; se non li conoscete partite però dall’inizio: potrebbe risultare un po’ indigesto ai neofiti.