No wow<small></small>
Rock Internazionale

The Kills No wow

2005 - Domino

08/06/2005 di Vito Sartor

#The Kills#Rock Internazionale

Il titolo della seconda fatica dei The Kills sembra voler assumere un significato scaramantico oppure un’espressione di umiltà: “No wow” (“nessun clamore”) è quasi una richiesta, come dire "siamo al secondo lavoro ma ne abbiamo di strada davanti".
O ancora potrebbe essere interpretato come un segno dell’attitudine del duo ad andare contro le attese del mercato e del music business.
In effetti quanti si aspettavano un seguito di “Keep on yuor mean side” saranno rimasti spiazzati: “No Wow” si presenta come un disco suonato con un apporto strumentale differente, anche se allo stesso tempo mantiene invariata la forma scarna di un rock elettroacustico già presentata nel precedente album (2003).
Alison Mosshart (VV) e Jamie Hince (Hotel) giocano a provocare e a spiazzare come una coppia di rockstars in auge, paragonabili a personaggi quali Jack e Mag White (White Stripes) o Jon Spencer e Cristina Martinez (Boss Hog). Ciò può essere constatato nel dvd allegato all´edizione speciale. Emerge in questi ritagli di vita on the road, tra studio di registrazione e tour, la filosofia dei due musicisti nell´affrontare la musica: innanzitutto il forte legame tra VV e Hotel ci fa comprendere la forza d´equilibrio che si legge tra le righe delle canzoni di questo disco. È divertente notare gli sguardi d´intesa e la complicità che si manifestano tra i due senza alcun apparente romanticismo. Allo stesso modo non si può non notare l’immagine di lui che, in un’intervista, si rende disponibile e loquace ad entrare nelle questioni tecniche, nell’argomentare le scelte sonore, fumando sigarette in quantità e indossando con disinvoltura l´accappatoio di un finto hotel di lusso, mentre sullo sfondo la carta da parati cade dalle pareti: è una scena che racchiude la vera anima di “No Wow”.
Da questo quadretto di decadentismo rock’n’roll non potevano che uscire canzoni spontanee, semplificate e asciugate fino a mostrare il proprio scheletro, gelate da un uso smodato di una drum-machine associata a vari inserti elettronici che buttano fuori quanto basta la melodia dei pezzi.
Per esempio, "Love is A Deserter", con la sua catena ritmica di riff che rimanda al garage, non trova mai sfogo in schitarrate o aperture melodiche. Questo schema aiuta a mantenere l´ascoltatore in un climax oscuro che in "Dead Road 7" e "Murdermile" trova la sua massima espressione sia nei testi che nel modo di sperimentare suoni dalle tinte violacee, dal dialogo sintetico delle due chitarre, dal moog e dalla simbiosi di un canto mai eccessivamente urlato. Anche "I Hate the Way You Love", che in un primo momento sembra approdare nei territori del punk, viene smorzata dalla “normalità” di una ballata che caratterizza il secondo atto della canzone.
È un continuo provocare, in cui il duo spinge e blocca, osa e trattiene, arrivando a creare perle come "Rodeo Town" in cui la loro forma canzone si spiega in una ballata dai toni blues con un’ottima prova canora di VV.
Se da una parte c’è una estrema libertà nell´interpretare i canoni del rock americano, dall’altra la stessa sembra limitata, castrata dagli stessi protagonisti, come succede nell´electroblues ripetitivo e paranoico di "Sweet Cloud" o nei beat di "At The Back of The Shell", vero singolo dopo “The Good Ones”.
Elementi fondamentali quali aggressività, manipolazione, semplificazione fanno di “No Wow” un album di grande equilibrio e mediazione tra la sperimentazione di un nuovo garage e la carica del buon vecchio rock’n’roll al cui tempo è stato messo un lucchetto. "The clock gets locked / Tick-tick-tickticktick stop stop”.

Track List

  • No Wow|
  • - telephone radio Germany -|
  • Love is A Deserter|
  • Dead Road 7|
  • The Good Ones|
  • I Hate The Way You Love|
  • I Hate The Way You Love Pt.2|
  • At the Back of the Shell|
  • Sweet Cloud|
  • Rodeo Town|
  • Murdermile|
  • Ticket Man

Articoli Collegati

The Kills

Blood Pressures

Recensione di Vito Sartor

The Kills

Midnight boom

Recensione di Massimo Sannella

The Kills

Keep on your mean side

Recensione di Christian Verzeletti