Blood Pressures<small></small>
Rock Internazionale • Alternative • garage

The Kills Blood Pressures

2011 - Domino

09/05/2011 di Vito Sartor

#The Kills#Rock Internazionale#Alternative #Garage

Con questo quarto disco del duo anglo americano The Kills, è bene riprendere il bandolo della matassa per vedere, dopo un terzo lavoro non proprio soddisfacente e passato via senza clamore, a che punto si trovano Alison Mosshart (VV) e Jamie Hince (Hotel) nel loro percorso musicale a due.

E´ chiaro che Blood Pressure rivuole indietro tutto quello che No Wow (2005) aveva conquistato, vista l´attenzione riservata al  disco da un pubblico vario, curioso, che aveva voglia di riscoprire nuove formule nel rock, del folk, della musica più trasversale: cosi VV e Hotel si rimettono nei panni di una coppia sexy ma in crisi, reinventandosi un sacco di motivi "acchiappaorecchio" e divertenti trovate sceniche senza rinunciare alla formula "chitarra - elettronica - batteria". Satellite diventa così il nuovo inno di casa Kills, in cui una chitarra pesante in levare scandisce un andamento dub e garage davvero riuscito; purtroppo nonostante gli approfondimenti catchy, le piacevoli direttive pop rock, come avviene in Nail In My Coffin, o in Future Start Slow, il disco spesso si inceppa.

Il meccanismo presenta sempre qualche difetto di ingranaggio, in parte dovuto ad una certa dose di ripetibilità della ritmica, quel congegno rock blues ben rappresentato in DNA, spesso non funziona a dovere regalandoci sempre degli episodi gradevoli ma poco scorrevoli. Un disco che spesso si muove nel clima melodico degli anni ´80 (Baby Say´s, Damned If She Do dove si respira il post punk notturno di No Wow), altre volte prende direttive assolutamente isolate, come dimostra la beatlesiana Wild Charms o la paino ballad anglofona di The Last Goodbye.

Blood Pressure
è un disco in cui ci si trovano parecchie buone idee, un uso ampliato e poco banale della drum machine e dei loop elettronici, canzoni ben fatte, qualche melodia piacevole e ben strutturata, ma fin troppo prevedibili che prestano il fianco a cedimenti strutturali che fanno del nuovo lavoro di VV e Hotel un disco tutto sommato debole che fatica ad arrivare sopra la sufficienza.  

Track List

  • Future Starts Slow
  • Satellite
  • Heart Is A Beating Drum
  • Nail In My Coffin
  • Wild Charms
  • DNA
  • Baby Says
  • Last Goodbye
  • Damned If She Do
  • You Don´t Own The Road
  • Pots and Pans

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