Sula Ventrebianco Via la faccia
2013 - Ikebana Rec.
Il solco mediterraneo tracciato con il primo lavoro si approfondisce e si arricchisce di massa sonora (l’apripista Strappi Alla Carne) e di arpeggi melodiosi (32 Denti). “L’uccello goffo, orrendo, ansioso e grottesco” dell’esordio è in grado di spiccare il volo scintillante come una fenice. Esemplificano questa apertura alla dolcezza, questo librarsi come crisalide dal bozzolo, versi come “navigo sulla pelle stesa come un sogno sul mio ruvido cuore scoppierà anche il mare per sentirsi un po’ più blu” (32 Denti).
Ma la nuova ricchezza non fa dimenticare la ricerca del ritmo e della pulsazione perfetta. Strappi Alla Carne è pulp e rabbiosa, andando a distorcere il suono proprio nel refrain, orecchiabile ed inquietante assieme.
Run up è la sintesi dei due nuovi estremi della band, che si inseguono sembrano a turno prendere il sopravvento. La peste porta in sulfuree atmosfere da inferno contemporaneo ed infanzie grottesche; in Uomini Feroci D’amore Del Nero basso e batteria si impongono per dare il tempo quasi sostituiscono la ruvida voce di Sasio Carannante. Anche in Oca Mia la sezione ritmica la fa da padrona, e la voce si fa quasi ghigno malefico e liberatorio insieme.
Erosa è una maestosa ballata densa della poesia grezza presente anche in 32 Denti, mentre Largo Al Re è perfetta come colonna sonora di un film a metà tra western e noir, o forse per annegare nella malinconica Barcellona in cui quasi barcolla Pepe Carvalho. Ragazza Muta e Via La Faccia sono sensuali e potenti.
Scheletro è la degna chiusura di questo disco, onirica e virulenta assieme.
Via la Faccia spacca il guscio auto protettivo, passa come un panzer su certezze semantiche. E’ un mosaico andato in pezzi e ricomposto in modo nuovo. Con una luce tutta sua.