Stella Burns Loves You<small></small>
Rock Internazionale • Folk • blues, indie-rock, songwriting

Stella Burns Stella Burns Loves You

2014 - Twelve Records

13/06/2014 di Augusto Pallocca

#Stella Burns#Rock Internazionale#Folk #Blues #Indie-rock #Songwriting

Già cantante negli Hollowblue, Gianluca Maria Sorace pubblica per la Twelwe Records il suo primo lavoro da solista, firmandosi con lo pseudonimo di Stella Burns. Lo scenario musicale è acustico, intimo, raramente prodigo di guizzi elettrici e di folate dinamicamente importanti. I nomi annoverati fra i punti di riferimento del cantautore livornese sono pesanti, dal prestigio quasi insostenibile: Nick Cave, Bowie, i Velvet Underground. Le attese scaturite dai paragoni con un Pantheon di questo calibro sono a tratti confermate, ma non di rado deluse. La prima parte dell’album è polverosa e western, ariosa nell’arrangiamento, a dare respiro alla vocalità asciutta e non particolarmente personale di Sorace. La forma canzone si perde in strutture farraginose e irregolari, elemento però di probabile interesse per i feticisti del cantautorato statunitense e d’oltremanica.

Più brillante la seconda parte del disco, che ha in Swans lo spartiacque qualitativo maggiormente convincente: l’intreccio iniziale tra linea melodica e armonica ricorda piacevolmente i primi Radiohead, la struttura esplode in un ritornello struggente e intenso. Lirici e ben orchestrati gli archi in Russian Eyes, suggestiva la chitarra quasi flamenca in  A Little Piece of Blue, ad aprire una ballad interessante e malinconica.  

Morricone  è una piacevole bossa, le cui chitarre citano liberamente l’Ennio protagonista sonoro dei capolavori di Sergio Leone, con la tromba mariachi in chiusura a delineare con ancora più vigore l’ambientazione spaghetti western. L’intro in piano solo su The Night of The Tears, dal sapore vagamente chopiniano,  prelude a un non altrettanto riuscito sviluppo del brano, che precipita ineluttabilmente nel clichè della schitarrata e del beat in quattro quarti. Tentativo di yorkeggiamento anche nella traccia di chiusura, Another Call Is What I’m Waiting For, con un’indebita impazienza strutturale che fa giungere precocemente l’incalzare della batteria, il cui groove non brilla per originalità e timing.

 Senz’altro lodevole l’impegno profuso nel tentativo di creare una poetica coerente, ma solo pochi sprazzi d’interesse e timidi spunti per un disco di medio cabotaggio.

Track List

  • Black Clouds in The Summer Sky
  • Stella Burns Loves You
  • Tiny Miss F
  • You Can’t Be Safe From The Effects of Love
  • Ordinary Man
  • Who Burned The Town?
  • Swans
  • Russian Eyes
  • The Big Tide
  • A Little Piece Of Blue
  • Morricone
  • The Night of The Tears
  • Over The Sea
  • Another Call Is What I’m Waiting For

Articoli Collegati

Stella Burns

Long Walks in the Dark

Recensione di Giada Lottini

Stella Burns

I`m Deranged - Stella Burns plays David Bowie

Recensione di Giada Lottini

Stella Burns

Special 24/03/2014

Recensione di Ambrosia J. S. Imbornone