Su questo piano che si chiama terra<small></small>
Italiana • Canzone d`autore

Roberta Di Lorenzo Su questo piano che si chiama terra

2012 - Raiser/Errepi Media

10/06/2012 di Vittorio Formenti

#Roberta Di Lorenzo#Italiana#Canzone d`autore

Roberta Di Lorenzo è un’artista molisana che già si era distinta nel 2010 con il suo debutto L’occhio della Luna, ben notato al Premio Tenco, realizzato con la produzione di Eugenio Finardi e presentato in testata (la recensione è ancora accessibile in archivio per chi è interessato).

Il disco in questione è la sua seconda fatica, che si sviluppa tra continuità e distinguo rispetto al primo lavoro.
Prosegue il sodalizio con l’Eugenio nazionale che interviene nel primo brano presentato anche a Sanremo; l’incipit è emblematico per l’equilibro tra musica leggera e profondità dei testi, fruibilità e richiesta di attenzione.

Questa caratteristica si propone in tutti i brani del cd ed è riesemplificata dall’intervento di Alberto Fortis che, in Lady Hawke, sottolinea questa bipolarità con l’aggiunta di tinte romanzesche derivanti dalla ben nota storia della protagonista.
Stesso effetto, anche se con tinte più leggere, si ha nei pezzi con Andrea Mirò (Menti distratte) e con i Sonhora (L’amore si impara).
 
Rispetto all’esordio Roberta limita il ricorso a simboli esterni, a suo tempo tratti da figure epiche femminili come Antigone o Circe, e preferisce parlare in prima persona narrando situazioni a due con dialoghi delicati, con maggiore disponibilità ed apertura verso l’altro.

La voce peraltro è quella già nota: molto pulita, incentrata sui registri medi, senza alcun fronzolo retorico o malizioso ma al contempo fortemente melodica. Diciamo che spesso ci ricorda la Mannoia in versione giovanile, ma è solo una nostra sensazione.

Le musiche sono molto curate nelle melodie; ritmi ed armonie servono come cornici e sostegni alle linee orizzontali della voce.
Il gruppo che l’accompagna è essenziale, con chitarra / basso/ batteria / tastiere e synth; tuttavia l’uso degli strumenti, gli arrangiamenti e probabilmente anche un certo lavoro di produzione danno spesso l’impressione che dietro a Roberta ci sia una piccola orchestra. L’effetto è creato da una sapiente coralità e coerenza tra i timbri che riesce a moltiplicare (grazie spesso al synth) la corposità della base sonora.
Gli interventi del sax soprano (che sovente sembra un oboe), del violoncello e delle percussioni sono granelli di sale sparsi sulla pietanza con leggerezza, evitando colorazioni troppo forti che avrebbero stonato con l’umore generale del lavoro.
 
In alcuni passaggi avevamo preferito l’esordio, specie per gli arrangiamenti degli archi di Gambino o il più presente ricorso alle corde di strumenti quali il sitar o il mandolino; per altri invece, come i testi, questo lavoro si propone con una maggior accessibilità facilitando l’attenzione dell’ascoltatore.
 
File under: pop d’autore.

Track List

  • E tu lo chiami Dio
  • Da qui
  • La vita che passa
  • Lady Hawke
  • Falsi reduce
  • Menti distratte
  • A causa di Psiche
  • La dimensione reale
  • Vivo di vento
  • L’amore s’impara

Articoli Collegati

Recensione di Davide Bonamici

Roberta Di Lorenzo

Intervista 05/06/2015

Recensione di Francesco Malta

Roberta Di Lorenzo

Adesso guardami

Recensione di Francesco Malta