Roberta Di Lorenzo Nomade
2023 - Incipit Records
L’opera è una dedica alla propria terra d’origine, ma senza omettere critiche e ipocrisie che purtroppo la animano, oltre alla bellezza delle arti, della poesia e della filosofia che connotano la storia di questo Paese. La mia terra, che apre il disco, parla di pregi e difetti della terra natia dell’autrice; il ritornello descrive la partenza e anche il ritorno ad essa: un amore che sa di vento, che spinge a partire prima e a tornare poi. I ritmi poi si amalgamano tra musica mediterranea e richiami al blues: Il nostro cappello è una dichiarazione d’amore alla bellezza, che si ritrova in una persona amata, ma anche nella scrittura e nella poesia.
Piccola stanza, invece, dà una doppia visione di un’esperienza di reclusione in uno spazio limitato (forse dovuto alla pandemia): la stanza diventa il rifugio per ritrovarsi, ma anche il desiderio di evasione e di voler conoscere il mondo che si ritrova al di fuori di essa. E il desiderio di conoscenza ed incontro si ritrova in Vento di Grecia, dove il vento unisce i viaggiatori che navigano sulle varie rotte dei mari Egeo e Mediterraneo. Il brano è più lento rispetto ai primi e ricorda le figure dei naviganti del mare, da chi va alla scoperta di nuovi mondi ed esperienze, a chi fugge in cerca di una vita migliore.
Dalla Grecia si ritorna in Italia, con una dedica che cita le ipocrisie del Paese, ponendosi contro i cliché che vogliono prestabilire alcuni ruoli sociali e che minano la felicità di chi vuole vivere liberamente la propria vita: in Bandiera, che vede la partecipazione al sax di Andy dei Bluvertigo, la critica anticipa i prossimi due pezzi dell’album. Infatti, arrivano Porca miseria e Sud: la prima ricorda il legame con le proprie origini, ma racconta la storia di una vita difficile, segnata da addii e partenze, mentre la seconda è una dichiarazione d’amore verso il Sud Italia, in cui vengono raccontate la gente, la vitalità e le sensazioni che la propria madre terra dà all’autrice.
L’amore, non solamente per la terra d’origine, si manifesta, con due accezioni differenti in Sacro e profano e L’idea: nella prima la protagonista della canzone invita la persona amata a vivere con unicità la loro relazione; nella successiva invece si parla di un amore non corrisposto, in cui la protagonista idealizza l’amore per la persona che ama, ma non riesce ad amare più sé stessa, perché sa di farsi male nell’amare senza essere ricambiata e soffre per il dolore che prova. Il disco si chiude poi con la versione in dialetto pugliese della settima traccia dell’opera, in U'sud c’è una collaborazione con Erasmo Petringa ed Eugenio Bennato.
Nomade è viaggio, incontro e desiderio di conoscenza, ma è anche un atto d’amore per la propria terra d’origine e senza aver timore di muoverle delle critiche. Perché Roberta Di Lorenzo ama il suo Sud, ma è proprio l’amore che prova a spingerla a dipingerne ipocrisie, dolori e le varie sensazioni contrastanti che le vengono date vivendo la terra che ama e le persone che la animano.