Wayward Son (giallo)<small></small>
Rock Internazionale • Folk • folk inglese

Paul Handyside Wayward Son (giallo)

2013 - Malady Music

06/06/2014 di Laura Bianchi

#Paul Handyside#Rock Internazionale#Folk



UNA VOCE BRILLANTE PER CANZONI DELICATE: PAUL HANDYSIDE

Ricordate gli Hurrah! ? La band post punk inglese, che negli anni Ottanta raggiunse una certa notorietà con l’energetico singolo  Who'd Have Thought, si è sciolta nel 1991; ma il suo front man, Paul Handyside, classe 1960, ha continuato a vivere di musica, collezionando una serie di prove piuttosto convincenti, e appassionandosi, col passare del tempo, all’alternative  country e al genere Americana. Il suo secondo album da solista, Wayward Son, uscito a gennaio di quest’anno, che ospita, fra gli altri, proprio l’ex bassista degli Hurrah!, Dave Porthouse alla batteria (oltre a Rob Tickell al basso), rappresenta un’ulteriore conferma del valore del singer songwriter di Newcastle.

Presentato in un curatissimo box, con tanto di (preziosi) testi e foto evocative, Wayward Son inanella undici pezzi, di cui almeno la metà potrebbe costituire la gioia di qualunque cantautore nostrano;  la sicura e genuina ispirazione pop degli Hurrah! non si è spenta negli anni, ma si è anzi affinata, rendendo piacevole l’ascolto delle canzoni, dalle atmosfere aperte e insieme meditative, in un mix di rara efficacia.

La riflessione sulla guerra con cui l’album si apre, in Glory Bound, che sembra presa in prestito dal repertorio di Phil Ochs (ripresa anche dall’ottima, irish mood, When the good times roll again, in cui Handyside prende il punto di vista di un soldato della prima guerra mondiale), cede il posto a un paio di canzoni d’amore, Carnival girl e He loves her now, confezionate con sicuro piglio, e cantate con convinzione e partecipazione. Handyside e i suoi pards sanno come comunicare sentimenti ed emozioni; lo si percepisce nell’attenzione con cui curano gli arrangiamenti, essenziali, ma estremamente ricchi, che aggiungono ulteriore profondità alla scrittura dei pezzi, con cui l’ascoltatore entra subito in empatia, come Precious and rare (che presenta uno dei tanti versi da incorniciare dell’album:  that beauty lays upon your skin, but not within), la commovente Passing Through  o l’intensa Rose of the street, che rivisita con grazia e poesia i luoghi comuni della prostituzione.

Le tradizioni musicali di una terra di marinai, soldati e contadini affiorano, oltre che nelle war songs precedentemente citate, anche in Man Overboard, una storia di un naufragio esistenziale che tocca il cuore, grazie alla voce vibrante di Handyside, in ottima evidenza anche nella semplicissima ed evocativa Still Time Away, in cui la chitarra e la voce costruiscono insieme armonie inaspettate, oppure nella bellissima title track, un’emozionante confessione ai genitori, a Cristo, a se stesso infine, in cui emergono tutta la passione e tutta la caparbia volontà di essere un irregolare, testardo, ma sempre innamorato della vita.

La voce con influenze geordie di Handyside è potente, ma abbastanza duttile per esprimere i cambi di stile e le infinite sfumature di un discorso sull’esistenza, sull’amore e sul passato; Wayward son è l’espressione sonora di un percorso artistico in costante crescita, che privilegia un discorso intimamente coerente, popolare, ma non per tutti: solo per coloro che ascoltano col cuore e con l’anima e che scelgono un songwriting di prima qualità.

Track List

  • Glory Bound
  • Carnival Girl
  • He Loves Her Now
  • Precious and Rare
  • When the Good Times Roll Again
  • Man Overboard
  • Love Lies Elsewhere
  • Still Time Away
  • Passing Through
  • Rose of the Street
  • Wayward Son

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