Paul Handyside

interviste

Paul Handyside Journey of life

14/01/2008 di Christian Verzeletti

#Paul Handyside#Rock Internazionale#Folk

      
  Journey of life
      Intervista PAUL HANDYSIDE

Quello di Paul Handyside è un viaggio di vita e di musica, cominciato negli anni '80 e proseguito attraverso i generi fino ad approdare oggi ad un songwriting più folk, più tradizionale, ma soprattutto più maturo.


Mescalina: Paul, è più di venticinque anni ormai che fai musica: come mai così tanto tempo per arrivare ad un tuo disco da solista?
Paul Handyside: Credo sia perché mi piace stare in una band, è come una famiglia. Anche se poi sono le canzoni a decidere se c'è bisogno o meno di una band. Mi piacerebbe comunque avere un gruppo di persone su cui contare per fare dei dischi assieme. Finora ne ho trovate due: Rob Tickell che suona la chitarra, il basso e fa da ingegnere del suono / produttore quando registriamo, e poi David Porthouse che conosco da più di trent'anni e che suona il basso, la chitarra, la batteria e il melodeon.

Mescalina: So che hai avuto due band: prima gli Hurrah! e poi i Bronze … ce ne parli?
Paul Handyside: Gli Hurrah! erano un gruppo "indie" e sono stati insieme dal 1982 al 1991. Uscivamo per la Kitchenware records, che era l'etichetta anche dei Prefab Sprout con cui eravamo molto amici. Poi siamo passati all'Arista, che voleva fare di noi delle pop stars, cosa che però non ci interessava. Siamo stati molto in tour nel 1988 e abbiamo suonato anche in Egitto, in Giordania e in Iraq (credo siamo stati l'unico gruppo occidentale ad aver suonato in Iraq). I Bronze invece sono andati dal 2000 al 2005 e sono nati perché era mia ferma intenzione avere una band in grado di suonare più generi: indie, americana, rock, pop, anche acustico e folk, il fatto è che mi è sempre piaciuto scrivere canzoni usando stili diversi. Solo che era difficile tenere insieme una band quando per almeno metà degli arrangiamenti volevo usare solo batteria e chitarra elettrica.

Mescalina: Gli Hurrah! hanno anche avuto un singolo che è stato censurato dalla tv americana: come è successo?
Paul Handyside: Ah, quello era il video di "Sweet sanity", un singolo del 1987, che fu messo al bando perché mostrava un bacio lesbico tra due ragazze. Questo quasi ci impedì di avere accesso negli Stati Uniti.

Mescalina: Ma avevate anche aperto per gli U2: come andò?
Paul Handyside: Sì, era l'87/88 e loro furono davvero gentili con noi, Bono è una persona molto genuina. Ma non è che mi attiri molto suonare negli stadi, così per me personalmente non fu un granchè interessante.

Mescalina: Credo tu ti sentissi molto più vicino all'approccio per esempio di Martin Stephenson, siete andati in tour e avete anche registrato insieme, no?
Paul Handyside: Martin era nei The Daintees, un altro gruppo della Kitchenware Records e con loro eravamo molto amici. Dopo che gli Hurrah! si sciolsero nel 1991, io suonai con Martin che nel frattempo aveva cominciato la sua carriera solista. Lui era molto dentro la musica "roots" e standogli vicino ho potuto sviluppare un diverso approccio musicale.

Mescalina: Forse avevate in comune un certo tipo di songwriting: è così?
Paul Handyside: Quello non lo so, ma condividevamo di sicuro un certo modo di essere all'interno del music business senza cioè dover aver a che fare con persone false (case discografiche, agenti ecc.). Forse le nostre canzoni riflettevano il percorso che avevamo fatto negli anni '80.

Mescalina: Così sei arrivato a "Future's dream"?
Paul Handyside:In un certo senso sì, anche se era da parecchio tempo che volevo fare un disco da solista. Solo che ci tenevo ai Bronze perché eravamo amici, anche se non ne ero soddisfatto. Volevo essere libero di registrare ogni pezzo in modo diverso purchè fosse quello che funzionava per la canzone. Spero di esserci riuscito con "Future's dream".

Mescalina: Ci sono stati altri passaggi significativi nel tuo cammino?
Paul Handyside:Negli anni novanta ho lavorato per cinque anni come booking agent per musicisti tradizionali inglesi, compresa Kathryn Tickell che suona le Northumbrian pipes e compare su molti dei dischi di Sting. In questo periodo ho potuto imparare molto sulla musica tradizionale e anche sui diversi tipi di scrittura. Ora nutro un profondo rispetto per la musica tradizionale, mentre prima, quando ero giovane, proprio non la capivo.

Mescalina: Quali sono state le tue influenze? A sentire "Future's dream" direi i Waterboys e Badly Drawn Boy: altro?
Paul Handyside: Sì, i Waterboys di sicuro, "This is the sea" è un classico. Non saprei invece per Badly Drawn Boy, non lo conosco molto. Poi la lista comunque è variabile, come per tutti: Bob Dylan, la Band, i Beatles, il punk, l'indie, Tom Waits, Nic Jones, Ron Sexsmith.

Mescalina: La copertina del disco dà l'idea di qualcosa di antico, fa pensare a quei pionieri che viaggiavano per terra e per mare portandosi dietro anche canzoni …
Paul Handyside:Avevo in mente proprio quello e difatti è una fotografia di alcuni marinai a bordo di una nave su cui aveva navigato anche mio nonno. Le espressioni dei loro volti raccontano storie e ci parlano di un viaggio, il loro, che è il viaggio stesso della vita. Si adatta bene alla musica, no?

Mescalina: Credo di sì … anche perché ci sono il piano, il melodeon e l'harmonium che danno al suono quella sfumatura più popolare …
Paul Handyside: Esatto, il mio vecchio amico bassista degli Hurrah! David Porthouse ha imparato a suonare il melodeon appena prima delle registrazioni (si è anche messo a studiare batteria per tre mesi perché io non riuscivo a trovare un batterista!). È stato sempre lui a prestarmi il suo harmonium per suonarlo sul disco.

Mescalina: E poi ci sono le vocals che danno un effetto corale …
Paul Handyside: Sì, io amo le armonizzazioni e in tutti i miei gruppi preferiti ci sono parecchie backing vocals. Mi piacerebbe registrare con un vero coro, magari nel prossimo disco.







Mescalina:
Quanto tempo ti ci è voluto per scrivere e completare i pezzi?
Paul Handyside: Ho cominciato a registrare col mio tecnico del suono e produttore Rob Tickell nel novembre 2005, ma non ho potuto proseguire perché dovevo fare un'operazione alla schiena ed è stata una cosa urgente, proprio quando eravamo all'inizio delle sessions. Poi dopo una settimana è morta la moglie di Rob, all'improvviso, a soli trent'anni. Così abbiamo sospeso tutto, ma abbiamo ricominciato dopo due mesi dopo perché Rob aveva bisogno di qualcosa che lo impegnasse. Io nel frattempo credevo che non sarei più stato in grado di suonare e di cantare perché l'operazione mi aveva toccato anche nel braccio sinistro, nella mano, nel collo e nelle corde vocali. Le registrazioni hanno assunto quindi un diverso significato: sono state una terapia per superare un dolore che per Rob era emotivo, mentre per me soprattutto fisico. Forse l'album è venuto troppo triste, ma è stato un periodo davvero difficile.

Mescalina: Bè, le sessions devono esser state un processo lungo e faticoso, da ogni punto di vista, anche interiormente …
Paul Handyside: Sì, anche perché non riuscivamo nemmeno ad andare al lavoro e quindi non avevamo i soldi per lo studio. Abbiamo registrato a casa e, dal momento che mi ci è voluto un anno per riprendermi dalle conseguenze dell'operazione, ci abbiamo messo più di un anno per terminare il disco. Abbiamo cercato di creare un suono che fosse il più "organico" possibile, ma onestamente non sono il tipo che si mette ad ascoltare il proprio materiale, una volta che tutto è finito, perciò non mi ricordo esattamente come suona il disco. Le canzoni che ci sono sul cd poi prendono forme molto diverse quando le facciamo dal vivo.

Mescalina: Difatti nel disco c'è del folk, del pop, del gospel e anche qualcosa di irlandese …
Paul Handyside: Possiamo ricondurre tutto alle influenze che ti ho detto prima; c'è da aggiungere il violino classico che ho studiato molto quando ero giovane. Amo la musica da chiesa compresi gli inni inglesi del IXX secolo. Mia madre poi era di Napoli così è probabile che nel mio sangue ci siano alcuni geni di "canzone Napoletane" (in italiano nel testo, ndr). Tutti gli anni vengo a trovare la mia famiglia: una parte del mio cuore sta nel Nord dell'Inghilterra e l'altra in Campania.

Mescalina: C'è una speranza che attraversa tutto il disco di traccia in traccia, fino alla conclusiva "Peace in our time" ...
Paul Handyside: Abbiamo cercato di fare un album in cui ogni canzone fosse come un capitolo di un libro. "Peace in our time" sembrava la conclusione perfetta.

Mescalina: La sensazione che si prova nell'ascoltare "Future's dream" alla fine non è così distante da quella che comunicano certi inni …
Paul Handyside: Sì e spero che questo non allontani la gente. Sarà difficile che ci sia qualcuno a cui piacciano tutte le canzoni del disco, ma di questo eravamo coscienti sin da quando ci siamo messi a registrare l'album.

Mescalina: Sei in tour adesso? Hai programmi anche fuori dall'Inghilterra?
Paul Handyside: Cominceremo nel 2008, finora ho fatto solo pochi concerti perché ho ancora qualche problema alla schiena e al braccio dopo l'operazione. Adesso stiamo lavorando su delle nuove canzoni per il prossimo disco. Mi piacerebbe tornare a suonare in Italia, l'ultima volta che ci sono stato era nel '85 quando abbiamo aperto per i Prefab Sprout.