Nicolò Carnesi Gli eroi non escono il sabato
2012 - Malintenti Dischi
Diventassi musica, io, di certo, ti amerei…
La canzone d’autore o l’ennesima canzone d’autore? La solita roba che va di moda? Le parole tristi, le note felici e le chitarre con le corde che si rompono sui palchi perché diventa una questione di nervi? questo, in effetti, può capitare!
Sono lieta di presentarvi un disco bello e tosto. Per essere bello è bello e per essere interessante, pure (basti vedere le collaborazioni!). Oggi tocca a Nicolò Carnesi ed al suo disco, Gli eroi non escono il sabato, uscito per Malintenti Dischi. È uno dei nomi più interessanti del 2012, dicono, ed io sono pienamente d’accordo. E sono d’accordo col fatto che non stiamo parlando della novità più assoluta o di cose che non si sono mai ascoltate in giro; al contrario ci troviamo di fronte ad un cantautore che, come qualcuno insegna, sa non essere paraculo. Ovvero sa scrivere, ma sa anche lasciarsi prendere dai suoi pensieri, sa interpretare e soprattutto sa arrivare con quella semplicità stilistica che solo un cantautore sa avere.
La sua scrittura è diretta e semplice – o almeno lo è in generale, visto che spesso si perde in contesti mentali che poi ognuno interpreta a proprio modo e che possono risultare più o meno complessi. Gli arrangiamenti sono decisamente pop (sperimentale). Gli eroi non escono il sabato, infatti, è caratterizzato da quel sound forte, ma decisamente orecchiabile, anche quando si sta parlando di qualcosa che magari non è poi così allegro. Frasi pensate e scritte sulla moleskine, pensieri che si perdono nei pensieri stessi, voglia di restare nel momento in cui si decide di andare ed un gran bel carattere (sia sul disco che sui palchi!).
C’è tanta ironia nella sua scrittura ma c’è soprattutto la consapevolezza che non serve la critica sterile e lui scrive con naturalezza. I suoi testi parlano di storie personali e di storie “sociali”, di vita e di territori vissuti (e non). Pensieri, come mine vaganti, che amano perdersi e poi tornare ad osservare, sempre come un bravo osservatore, che spesso osserva soltanto perché non gli resta altro da fare (Levati). Le undici tracce che compongono Gli eroi non escono il sabato si muovono tra il post punk, mediamente rumoroso, degli ’80 (Kinder cereali all’amianto), il cantautorato pop di Mi sono perso a Zanzibar (con Brunori Sas) e Forma mentis e la ricerca di nuove dimensioni sonore (Medusa), fin dove la musica può spingerlo.
Disincanto dentro gli autobus, ma grande voglia di restare ore ad ascoltare Nicolò suonare. E ricordate: Gli eroi non escono il sabato
La canzone d’autore o l’ennesima canzone d’autore? La solita roba che va di moda? Le parole tristi, le note felici e le chitarre con le corde che si rompono sui palchi perché diventa una questione di nervi? questo, in effetti, può capitare!
Sono lieta di presentarvi un disco bello e tosto. Per essere bello è bello e per essere interessante, pure (basti vedere le collaborazioni!). Oggi tocca a Nicolò Carnesi ed al suo disco, Gli eroi non escono il sabato, uscito per Malintenti Dischi. È uno dei nomi più interessanti del 2012, dicono, ed io sono pienamente d’accordo. E sono d’accordo col fatto che non stiamo parlando della novità più assoluta o di cose che non si sono mai ascoltate in giro; al contrario ci troviamo di fronte ad un cantautore che, come qualcuno insegna, sa non essere paraculo. Ovvero sa scrivere, ma sa anche lasciarsi prendere dai suoi pensieri, sa interpretare e soprattutto sa arrivare con quella semplicità stilistica che solo un cantautore sa avere.
La sua scrittura è diretta e semplice – o almeno lo è in generale, visto che spesso si perde in contesti mentali che poi ognuno interpreta a proprio modo e che possono risultare più o meno complessi. Gli arrangiamenti sono decisamente pop (sperimentale). Gli eroi non escono il sabato, infatti, è caratterizzato da quel sound forte, ma decisamente orecchiabile, anche quando si sta parlando di qualcosa che magari non è poi così allegro. Frasi pensate e scritte sulla moleskine, pensieri che si perdono nei pensieri stessi, voglia di restare nel momento in cui si decide di andare ed un gran bel carattere (sia sul disco che sui palchi!).
C’è tanta ironia nella sua scrittura ma c’è soprattutto la consapevolezza che non serve la critica sterile e lui scrive con naturalezza. I suoi testi parlano di storie personali e di storie “sociali”, di vita e di territori vissuti (e non). Pensieri, come mine vaganti, che amano perdersi e poi tornare ad osservare, sempre come un bravo osservatore, che spesso osserva soltanto perché non gli resta altro da fare (Levati). Le undici tracce che compongono Gli eroi non escono il sabato si muovono tra il post punk, mediamente rumoroso, degli ’80 (Kinder cereali all’amianto), il cantautorato pop di Mi sono perso a Zanzibar (con Brunori Sas) e Forma mentis e la ricerca di nuove dimensioni sonore (Medusa), fin dove la musica può spingerlo.
Disincanto dentro gli autobus, ma grande voglia di restare ore ad ascoltare Nicolò suonare. E ricordate: Gli eroi non escono il sabato
