The Ghost King<small></small>
Rock Internazionale • Rock • indie rock

MIAMI & THE GROOVERS The Ghost King

2015 - Autoprodotto / IRD

15/04/2015 di Giuseppe Verrini

#MIAMI & THE GROOVERS#Rock Internazionale#Rock

Lorenzo Semprini, definito lo “Springsteen della Riviera Adriatica, con la sua band, i Miami & The Groovers, da oltre dieci anni suona il rock con passione, cuore  ed entusiasmo lungo tutta la nostra penisola, organizza i Glory Days a Rimini, vere e gioiose feste musicali ricche di grandi ospiti, promuove i “Light of the Day Italy” per la raccolta fondi contro il morbo di Parkinson, suona  negli stessi  eventi in US sul palco con Bruce, e ora ci regala questo nuovo album, The Ghost King, il suo settimo disco, quarto in studio oltre a due live e un EP, che segna sicuramente una svolta e chiude in un certo modo questo suo  primo capitolo musicale, partito con il scintillante disco di esordio, Dirty Roads, del 2005.

C’è infatti rispetto al passato, dove brillava  un continuo clima di festa e spensieratezza, una prevalenza di  momenti introspettivi e riflessivi, con testi più oscuri ed intimi, e diversi brani più morbidi ed acustici, con qualche emozionante  ballata, con una band, Marco Ferri alla batteria, Beppe Ardito alle chitarre, Luca Angelici al basso e Alessio Raffaelli al piano e alla fisarmonica, affiatata e matura come non mai e che si apre a nuove sonorità. 

Dieci  nuovi brani e una bonus track, con i testi disponibili nel libretto anche in italiano. L’inizio è travolgente  con The king is dead, uno dei brani migliori scritti da Lorenzo Semprini, tirata e tosta tra riff di chitarra ed assoli di violino e tastiere, mentre On the rox ispirata al libro di Bob WoodwardWired” sulla vita di John Belushi, è una prima delicata ballata dove Alessio Raffaelli al piano ci regala splendide atmosfere, e Back to the wall è cupa, scura e misteriosa e  ricorda gli ultimi  grandi Cheap Wine

Diverse interessanti ballate, The other room su tutte, delicata, poetica  e sognante isola di pace, si alternano con momenti rock come in Hallelujah man  dove una spumeggiante fisarmonica ci porta verso la musica di  confine tra US e Messico, o folk-rock come in Waitin for my train  con il mandolino di Massimo Marches a duettare con l’armonica di Lorenzo in brano molto rootsy, ma anche con  le atmosfere inquietanti, quasi  di rock da camera tra piano e violino  come in We can rise.   

Chiude il lavoro la bonus tracks Heaven or hell, scritta da Beppe Ardito, dove esce il grande amore per la musica Irlandese, uno splendido e trascinante brano di matrice folk-punk, che sarà sicuramente uno dei momenti “hot” dal vivo .   

Disco maturo, ottimamente suonato, che mostra una ulteriore crescita compositiva, ricco di belle canzoni, con qualche bella sorpresa come  Federico Mecozzi al violino che aggiunge in diversi brani grande valore ad una già ben rodata e brillante band e che ci consegna i  Miami & The Groovers in viaggio lungo una nuova strada che, non dimenticando mai il passato,  si apre a  nuovi orizzonti musicali ed espressivi.  

 

 

 

Track List

  • The King is dead
  • On the rox
  • Hey You
  • Back to the wall
  • Hallelujah Man
  • The other room
  • Don’t (the toxic waltz)
  • We can rise
  • Waitin’ for my train
  • Spotlight
  • Bonus track
  • Heaven or hell

Articoli Collegati

MIAMI & THE GROOVERS

Live Report del 15/02/2025

Recensione di Laura Bianchi

MIAMI & THE GROOVERS

Live Report del 29/10/2016

Recensione di Fabio Baietti

MIAMI & THE GROOVERS

Live Report del 01/11/2013

Recensione di Roberto Contini

MIAMI & THE GROOVERS

No Way Back

Recensione di Andrea Furlan

MIAMI & THE GROOVERS

Live Report del 09/11/2012

Recensione di Andrea Furlan

MIAMI & THE GROOVERS

Good Things

Recensione di Davide Maestri