Lucio Corsi Altalena Boy / Vetulonia Dakar
2015 - Picicca
Lucio Corsi è un cantautore immaginifico e brioso, in grado di raccontare col sorriso storie sbilenche e surreali. Altalena Boy, prodotto da Federico Dragogna dei Ministri, è fantascienza in musica, iniettata di poesia.
La title-track è un elogio ad un titano curioso, sparito chissà perché forse per mano degli stessi Alieni descritti nella giocosa traccia successiva, in un giorno di ordinaria follia (extra)terrestre.
L’astronave in fondo ha con il suo refrain “l’astronave parte dal letto, sfonda il soffitto e tocca il naso del cielo” ha la poesia di 2001 Odissea nello spazio sulle note di Sul bel Danubio blu. Godzilla e Migrazione generale dalle campagne alle città hanno spunti surreali, soprattutto la seconda. Un paesaggio urbano desolato di grattacieli che vorrebbero parlare che si delinea su paesaggi sonori tra l’assorto e l’elettrico.
Passando al versante Vetulonia Dakar, Dinosauri ha un approccio sonoro quasi folk. Soren corre via veloce, forse è il pezzo meno riuscito. Le api crea un parallelo tra microcosmo familiare e microcosmo alveare; Cocomero racconta l’evoluzione di un uomo dalla gambe di cocomero con melodie lievi, mentre Canzone per me è l’elegia di una storia a distanza, che sia fisica o divenuta anche mentale poco importa.
Lucio Corsi ha una fervida abilità nell’incrociare realtà e fantasia nei testi: gli serve solo un po’ più di incisività musicale, per sottolineare maggiormente i brani come individualità più che tutto l’ep come atmosfera. Ma c’è tempo, basta aspettare…