Lucio Corsi Cosa faremo da grandi?
2020 - Sugar Music
Già la title – track con i suoi arrangiamenti delicati posa lo sguardo sulla spiaggia, sulle conchiglie e sui loro misteri. Con leggiadro stupore si descrive la rabbia dell’artigiano che butta “nel vento il lavoro di anni, perché nemmeno da vecchi si sa che cosa faremo da grandi”.
Freccia Bianca ha un attacco decisamente più vicino ai Beatles di Let it be e fa approdare a Milano, un posto dove “ci sono troppi muri dove sbattere la testa” e che fa affermare “sentirsi soli in una grande città fa più male che dalle mie parti”. Su questa scia sonora arriva L’Orologio, in cui Il gusto per il paradossale e il mondo animale si riaffaccia, dove le zanzare diventano compagne di appartamento.
Tra gli episodi migliori del disco c’è sicuramente Trieste, soave ballo a due tra il vento e un sognatore. Onde con il suo folk minimale, che ritroviamo anche ad accompagnare le divertenti figure di Senza titolo, descrive la placida giornata delle onde.
La conclusione è affidata a La Ragazza Trasparente, che passeggia sinuosa sui tasti bianchi e neri e maestosamente diafana vola sul finale quasi sinfonico.
Lucio Corsi con questo disco sembra aver deciso cosa fare da grande, trovando un punto di equilibrio tra il suo immaginario agro- surreale, una maggiore solidità narrativa e un substrato sonoro che riesce a entrare sottopelle e a far andare in giro con la testa fra le nuvole e un sorriso gentile, come novelle Mary Poppins.