Jama Trio Mostri Bellissimi
2024 - Jama Trio
Un ascolto attento dei cinque brani ci proietta nel mezzo della società a noi contemporanea, e la scrittura, attraverso lo straniamento, descrive con occhio critico e acre la condizione dell'umanità, schiava di immagini sempre più ritoccate e superficiali e di parole che nascondono, neanche troppo bene, l'assenza di un pensiero critico. Lungi dal salire in cattedra, Ferrario e i suoi pungono chi ascolta con il dubbio e l'inquietudine, ma lo fanno con lieve ironia, sperando quindi di spingere alla riflessione con un sorriso, con una musica coinvolgente, le corde in prima linea, e un canto che non dimentica mai l'esattezza delle parole che canta. Si ascolti, ad esempio, TSOul, un soul ricco di spunti armonici, che racconta il rapporto tossico tra alcuni influencer e le foto fatte ai loro figli: "La superficie dell'animo è il nostro ego statuario sopra un palcoscenico in cui di fatto non abbiamo poi granché da dire, ci limitiamo a sembrare per scomparire...".
Nulla sfugge all'occhio attento e lucido di Ferrario, né ai suoi compagni: le nuove droghe, compresa quella apparentemente innocua, come la dipendenza dal cellulare ("metaverso, anfetamina capricciosa come una bambina", in Il principio attivo, dalle chitarre incisive), la religione della fama (Jesus (senza uno smartphone), "noto influencer della povertà", blues tiratissimo e verissimo, con la voce a mille, già regalata a Mescalina due anni fa come pezzo autenticamente natalizio); e, in mezzo, citazioni sociologiche di Baudrillard e del suo Sistema degli oggetti, e riflessioni amare, ma dense di speranza, ben suonate e ben interpretate. Cinque brani, ma che valgono ben più di cinquecento canzonette usa e getta.
Ascoltateli: vi si apriranno il cuore e la mente.