Fabrizio Tavernelli Resa incondizionata
2024 - Consorzio ZdB / Lo Scafandro
Futurismo, Tom Waits e altri accidenti si frammentano in questo mosaico di note e versi. Ma non fatevi insidiare dalle mie valutazioni, perché, mentre si sbobinano le tracce di questo disco, metto in discussione ciò che ho appena scritto.
Ci sta per esempio è la prima canzone che appare dalla schiuma delle onde a svelare la complessità che allaga la riva di questo mare.
Interessanti incursioni nell’elettronica nella nervosa Atetigira che ricordano certi esperimenti Cramps Records del giovane Alberto Camerini insieme agli Area, e il rumorismo interessante di una Pangasio, che scombina tutti i miei piani di recensore cialtrone quale io sono.
In definitiva chiude le danze in modo corale, decretando alla musica il suo ruolo centrale, un po’ come certi concept album degli anni ’70.
Varrebbe la pena di sottolineare gli arrangiamenti (squisitamente minimali) che sottolineano al meglio i testi obliqui e inattesi. I compagni di viaggio di Fabrizio Tavernelli (voce, chitarra, sintetizzatore) sono Marco Santarello (chitarra), Alessandro De Nito (tastiere, sintetizzatore), Marco Tirelli (basso), Lorenzo Lusvardi (batteria, sint-drum) con la collaborazione di Giorgio Canali, Simone Copellini, Manitù Rossi, Elde Lini e Maria Stefancu.
Un lavoro difficile da catalogare: si passa da invenzioni dissonanti, dove chitarre distorte incontrano l’elettronica, a intermezzi che rimandano ad altre suggestioni. Originale e diretto. Vale la pena di considerare l’idea di arrendersi. Magari non incondizionatamente.