Algoritmi<small></small>
Italiana • Alternative • sperimentale, cantautorato, elettronica, indie rock

Fabrizio Tavernelli Algoritmi

2022 - Consorzio ZDB/Lo Scafandro

23/08/2022 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Fabrizio Tavernelli#Italiana#Alternative

Nuovo concept album per il cantautore emiliano Fabrizio Tavernelli: dopo aver dedicato Infanti ai bambini coinvolti nelle guerre mediatiche e il precedente lavoro, Homo Distopiens, alle distopie odierne, l’artista ha pubblicato infatti Algoritmi, il sesto album della sua carriera. Si tratta di un disco incentrato invece sull’onnipresenza degli algoritmi nelle nostre vite, poiché non solo hanno reso possibili progressi tecnici e scientifici, ma governano le nostre scelte, filtrano le informazioni e manovrano le nostre opinioni, creando attorno a noi una “filter bubble” che ci isola dal mondo, censurando opere d’arte in automatico senza una logica, tentandoci sempre con nuovi prodotti da acquistare, proponendoci amicizie virtuali, possibili partner e tanto altro ancora.

Taver, come lo chiamano amici e fan, ipotizza allora che sia giunto il momento di liberarci da queste gabbie e di liberare i numeri stessi dalle prigioni: da essere un dono divino, uno strumento per racchiudere e descrivere l’armonia della musica e dell’universo con i suoi corpi celesti, uno scrigno di significati segreti in una visione mistica e cabalistica, i numeri sono diventati algidi e rigidi (“un insieme di regole, un groviglio di logiche”, si canta in Algoritmo stocastico), perdendo la loro “anima” in algoritmi cinici, tossici e spietati, mentre forse oggi è necessario recuperare “lo stupore, la nostra fallibilità, l’inesattezza, l’impossibilità di enumerare ogni cosa e corpo dell’universo” (v. i numeri “magici”, “astratti”, “esoterici” di Algoritmo alfanumerico, e la relativa invocazione “libera i numeri, non fare calcoli / libera i numeri, infiniti”).

Con questo album Tavernelli prosegue allora il suo percorso musicale sperimentale, conducendoci tra suoni più freddi, meccanici e sintetici quasi space (come quello del minimoog o dei synth drum e in generale di sintetizzatori eterei e siderali, sfuggenti e malinconici) e il calore di sonorità più calde e dolenti. Queste ultime si possono rintracciare ad esempio in riff e arpeggi struggenti, linee di chitarre elettriche sospese, lisergiche e quasi radioheadiane, nel sitar ipnotico e nei bamboo chimes di Al Khwarizmi, oppure nella chitarra classica, le nacchere da flamenco e il piano della ballata “mediterranea” e pensosa Fallibili.




Si ascoltano ancora distorsioni inquietanti, cupe o esplosive, chitarre noise urticanti, synth divertiti accompagnati da ritmi incalzanti, come nel singolo Il bagno e l’antibagno o in Nei libri di storia, suoni fantasiosi, volutamente caotici e babelici (in Algoritmo gig e Algoritmo alfanumerico con Giorgio Canali, ospite che torna anche in Performance), così come talora inserti di fiati, oppure violini di un lirismo prezioso e quasi commovente con l’orchestra Algoritmo Ensemble diretta da Simone Copellini nella significativa favola Il lupo e lo sciacallo, che Copellini stesso ha scritto e prodotto con Tavernelli. Il primo animale, recitano i versi, rappresenta “il lupo è il passato famelico che insegue l’attimo”, mentre “lo sciacallo è il futuro che sfugge furtivo / con il manto dorato e il cielo grigio”.

Un sound più caldo torna nel piano e nel sax baritono della conclusiva e ironica Angelo del focolare, venata quasi di soul, brano sull’angelo della quarantena e del lockdown, tra menzogne racchiuse in slogan rassicuranti e proteste per strada, coprifuoco e la benedizione di una "splendida solitudine”, fino ai versi finali: “accudiscimi, santificami, innalzami, proteggimi, guariscimi / accompagnami nel paradiso dei test sierologici, degli asintomatici”.

Tra gli altri temi, guerra e napalm, priorità dubbie e banalizzazioni di un mondo binario (“prima gli italiani o prima gli animali? / prima il capitale o il lavoratore? / prima Adamo o prima Eva? / non c’è più autunno né la primavera” in Il bagno e l’antibagno), la fallibilità e fragilità dietro una presunzione di invincibilità e perfezione (“lo sbaglio dietro l’angelo / e le ferite aperte in eterno” in Fallibili), farse e dignità perse in lavori che rappresentano solo sudditanza, pericoli per la salute e sconfitte, al di là di un’ostentata efficienza. Ancora si parla della censura che colpisce il nudo dell’arte, della fotografia e delle copertine dei dischi sui social network (“tecnocratico censore accende il rogo nella rete […] il Concilio di Trento è l’algoritmo / che rimuove nudità e porzioni di pelle in quantità / braghetta digitale santa inquisizione / della rete neurale, dell’intelligenza artificiale / braghetta digitale del network globale”); si accenna forse anche al diritto all’oblio e di contro al rischio di un’epoca di essere cancellata e scomparire facilmente come un “archivio distrutto”.

Aprono e chiudono il lavoro le onde PQRS T di un battito cardiaco, mixate con un’altra sequenza di suoni, prodotta in modo casuale da un software che aveva a disposizione solamente le frequenze assolute della scala di do; il risultato, come spiega il dott. Francesco Ferrini nel booklet, è un “il suono di un algoritmo, asettico, privo di coscienza, ma a tratti molto reale”.

Un disco raffinato, profondo e appunto sperimentale, arte da ascoltare e gustare per riflettere.

Track List

  • Algoritmo stocastico
  • Impantanato nel Vietnam
  • Il bagno e l`antibagno
  • Algoritmo alfanumerico
  • Fallibili
  • Il lupo e lo sciacallo
  • Performance
  • Al Khwarizmi
  • Braghetto digitale
  • Algoritmo gig
  • Nei libri di storia
  • L`angelo del focolaio

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