Fabrizio Tavernelli Infanti
2018 - Lo Scafandro
Il suono di Infanti è molto eterogeneo, come disparate sono le situazioni che possono intrappolare l’infanzia. C’è il cantautorato chitarristico del singolo Figlia di guerra (“Figlia ti lascio poca speranza di non incontrare la guerra”), impreziosito dagli archi di Osvaldo Loi. C’è la cover di Tutto quello che ho da dire di Claudio Rocchi che diventa una fragile e delicata scaletta verso la speranza.
Messa in minore dietro la sacralità si fa raggelante: “Il Bambin Gesù violentato in un attimo, in un attico”.
Lì per lì si pensa alla pedofilia, ma poi ecco che la mente torna alla cronaca, all’attico per una nota Eminenza ristrutturato distraendo fondi dalla Fondazione Bambin Gesù.
Alchimia ha un ritmo ipnotico, mentre Cadaveri squisiti trasmette inquietudine sin dal titolo. Sembra di stare in un western dark, con una palpabile tensione tra le diverse strofe. “Perché sei la società che stritola davvero” è un verso che non lascia indifferenti. Si chiude con la title – track Infanti, venata di antico e solenne.
Il disco richiede più ascolti data la sua densità tematica e le costruzioni sonore, per poi insinuarsi dentro di voi e non andarsene più.