Fabrizio Poggi Il soffio della libertà
2015 - Appaloosa / IRD
#Fabrizio Poggi#Jazz Blues Black#Blues #Blind Boys Of Alabama #Guy Davis #Augie Meyers #Garth Hudson #Charlie Musselwhite
La smentita alla prospettiva di un’assenza di sorprese arriva con Il Soffio Della Libertà, giustamente sottotitolato “una marcia sonora da Selma ai nostri giorni”, è un disco spirituale, incorrotto e bello fino all’ultima cellula del midollo, un po’ più roots e interamente pregevole; capace di insinuarsi e di emozionarci affascinandoci e, (cosa non comune) e farci riflettere. La storia che sciaborda nell’aria di questo album dovremmo conoscerla tutti: tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta le strade d’America e del mondo hanno visto giustamente gli oppressi alzare la testa e rivendicare lo spezzare delle catene… una storia a cui dovremmo dedicare pagine e pagine che lo spazio questa recensione invece non ci consente, di questi fatti ne abbiamo nozione tutti (o almeno dovremmo!!), addentriamoci quindi nell’aspetto musicale che questo album sa comunicare con cuore e infusa autorità.
Fabrizio è un mio fratello, abbiamo condiviso alcuni passi sul sentiero della vita e la sua sincerità nel farci questa proposta è disarmante. Se pensiamo che dietro a questo bel disco c’è un budget proletario e non c’è il supporto di label milionarie il risultato è ancora più prodigioso. Ancora una volta ci sono un sacco di ospiti che sono intervenuti solo per spirito di condivisione e l’autentica passione che trasuda da questo progetto: una sorta di appassionata colonna sonora ideale che connette il celebre discorso di Martin Luther King, di quel “I Have A Dream” che ha segnato una svolta e un secolo, la marcia da Selma a Montgomery e il lungo boicottaggio dell’utilizzo degli autobus della gente di colore sgorgato dal rifiuto di Rosa Parks a cedere il proprio posto sul mezzo pubblico a un passeggero bianco e tutto quel mondo che ansimava tra la polvere e le ombre scure di quegli anni.
Prima di accennare alle canzoni una nota di merito va al booklet che accompagna il cd dove ogni canzone ha la sua annotazione e motivazione; alcune delle canzoni arrivano dai sopracitati “Mercy” e Spirit & Freedom, ma hanno una veste alternata e trasformata, altre invece sono dei magnifici inediti. Contrariamente alla consuetudine partirei menzionando la conclusiva Amazing Grace, (verosimilmente lo spiritual più celebre della musica americana), in quanto è la rappresentazione della realizzazione di un sogno, un brano che Fabrizio è riuscito a suonare di fronte alla tomba di Martin Luther King ad Atlanta in Georgia. We Shall Overcome che si fonde con la dylaniana I Shall Be Released: profondità e coscienza civile, si apre il cuore e le emozioni fioccano dentro. E sempre a cuore aperto ascoltiamo il traditional Needed Time e le magiche suggestioni di I’m On My Way con le voci dei Blind Boys Of Alabama e l’armonica di Charlie Musselwhite. Deep In My Heart è un virtuoso blues acustico firmato dal nostro; in I Heard Angel Singin’ c’è la presenza di Eric Bibb e di Garth Hudson a colorare un brano di forte intensità. Oh Freedom apre la strada a Stayed On Freedom con Guy Davis e Augie Meyers tra le sue fila, bel gospel di forte efficacia; Jesus On my Mainline è un altro luminoso gospel-blues che rammentiamo anche nella versione di Ry Cooder, Fabrizio & pards ne fanno una track d’ampio respiro davvero bella. Precious Lord è un’altra preghiera con i colori dell’armonica, voce e sei corde acustica, intransigentemente spoglia e commovente.
Un album accreditato al regno dei cieli e, ancora una volta, vogliatevi bene e fatelo vostro.