Carlot-ta Murmure
2018 - Incipit Records/Egea Music
Non per caso Carlot-ta era stata poi chiamata ad aprire i concerti italiani di un certo Gilberto Gil, ne ricordiamo uno magnifico in quel di Fiesole (Firenze).
A tre anni di distanza Songs of Mountain Stream era una buona conferma dell'esordio, non così sorprendente come era lecito aspettarsi ma sempre un lavoro di un certo spessore.
A marzo 2018 è uscito finalmente il nuovo album Murmure che si può tranquillamente considerare l'apice artistico della Sillano, il raggiungimento della sua maturità artistica.
Un disco che ha avuto una gestazione particolare, registrato fra Italia e Nord Europa, Danimarca e Svezia in particolare, e prodotto in Islanda dalle stesse mani che hanno lavorato con i ben noti Sigur Ros e Bjork, quelle di Paul Evans.
La cosa più sorprendente è che Carlot-ta ha per la prima volta abbandonato l'amato pianoforte, che suona ormai da oltre 20 anni, in favore di un più poderoso e affascinante organo a canne di produzione italiana.
Ne viene fuori un disco dal respiro europeo, non potrebbe essere diversamente, cantato quasi interamente in inglese, fatta salva la traccia La Valse de Conifere, dove sfodera un ottimo e sciolto francese, con rimembranze della Francoise Hardy di oltre mezzo secolo fa.
C'è un pezzo, Glaciers, ghiacciai appunto, il cui titolo spiega bene il clima invernale e freddo che si respira nelle 11 tracce qui racchiuse.
Murmure non è un disco solare, ma allo stesso tempo non ha affatto la natura depressiva di lavori simili.
Sarà per l'ottimo lavoro in fase di produzione, ma Carlot-ta sembra aver fatto passi da gigante a livello vocale e un disco come questo si può tranquillamente confondere con le migliori produzioni internazionali.
L'inquietante apertura di Virgin of the Noise è un ottimo biglietto di presentazione, viene fuori tutta la potenza dell'organo a canne mentre a livello vocale si notano similitudini con la bravissima Giulia Sarno (UnePassante).
Se proprio dobbiamo trovare qui dentro qualcosa di più accessibile e di maggiore fruizione, da non intendersi in senso negativo, dobbiamo rivolgerci a tracce come Sparrow ed alla delicata Sputnik 5 che piaceranno agli amanti dell'electro-pop et similia.
La seducente e ipnotica Garden of love ha un sapore vagamente retro, lo stessa aria che trasuda anche Conjunctions.
Ma qui dentro cose brutte non ne troverete neppure impegnandovi, Minstrel, Churches e la conclusiva To the Lightouse sono piccoli e delicati gioiellini costruiti con grazia e tanta maestria. Per certe intuizioni qui presenti scomodiamo volentieri anche il nome di Julia Holter per rafforzare la stima verso la nostra artista.
Siamo davvero curiosi di vedere e soprattutto sentire se tutto il fascino e la potenza del suono dell'organo a canne sarà replicato nelle inevitabili esibizioni live, molto probabilmente nelle numerose chiese sparse nel nostro territorio.
In Italia e nel mondo sempre più spesso sono le donne quelle che sanno regalarci i lavori più interessanti e più ricchi di fascino.
Murmure è un splendido disco dal respiro internazionale col quale Carlot-ta passa definitivamente dallo status di giovane promessa a quello di assoluta certezza. Ammaliante e misterioso.