Willie Peyote Sulla Riva del Fiume
2024 - Universal Music Italia
Si capisce, comunque, un'idea ben chiara: l'autore prevale sul musicista, nel bisogno urgente di comunicare alcune sensazioni, riflessioni, prese di posizione, maturate nel corso di questi ultimi, difficili tempi. Con questo, non si vuole dire che musicalmente il disco sia povero di spunti, anzi: tra deliziosi echi vintage anni Ottanta, cori, fiati soul, una ritmica disinvolta, che dà spessore anche a brani più intimisti come Cosa te ne fai, l’ascolto scorre composito e piacevole.
Il punto di forza risulta comunque essere nei testi, che stanno sospesi tra la riflessione sul privato, in Narciso, che racconta i "passi falsi" di relazioni in un mondo narciso e vampiro ("ci ho provato a non sbagliare più in mezzo a gente che non sbaglia mai"), e nette prese di posizione ideologiche, come nella coraggiosa Giorgia nel Paese che si meraviglia. A questo proposito, occorre sottolineare l'acuta e caustica metafora riguardante il love affair tra l'italiano medio e i ricordi del Ventennio, che sarà pure "una bugia", ma che "tira fuori il peggio" e spinge sul tasto della nostalgia: un invito a meditare.
Willie Peyote sarà anche seduto Sulla riva del fiume, a vedere la fuga di cervelli asserviti ai media (non ce n'è per nessuno, da "zia Mara" a "La Zanzara", da Cattelan a Cracco)...ma quanto ha ragione! Abbiamo davvero bisogno di "avere la disciplina/ degli invasati che fanno ginnastica in vetrina/ già alle sei di mattina / prima di andare in ufficio ", oppure preferiamo stare sulla riva del fiume, con lui?
Io ho scelto...