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Rock Internazionale • Alternative • Hip Hop

Twenty One Pilots Trench

2018 - Fueled By Ramen/Atla

09/02/2019 di Laura Bianchi

#Twenty One Pilots#Rock Internazionale#Alternative

Alternative hip-hop, alternative rock, alternative pop, electro pop, electro rock, indie pop, emo synth-hop, o solo schizoid pop, come suggerisce l’Urban Dictionary, che ha coniato il termine espressamente per loro?

Ma è davvero importante definire la band del momento, il duo Twenty One Pilots, che a breve passerà in Italia per un unico concerto, andato sold out in poche ore, e torneranno a fine agosto per Milano Rocks? E come è possibile definire il loro nuovo concept album, Trench?

Può accorrere in soccorso un ascolto delle quattordici tracce del disco, schizzato ai vertici delle classifiche, e che ha già conquistato una nomination per l’MTV Music Award come Best Alternative Group e il titolo di Best Rock Song del 2018 da parte di Billboard per Jumpsuit, anche nominata ai Grammys. L’ascoltatore può così comprendere come nessuna delle definizioni convenzionali si adatti completamente ai due trentenni dell’Ohio, il compositore, voce, bassista, pianista Tyler Joseph e il batterista Josh Dun, ma, anzi, ostacoli l’apprezzamento di un lavoro complesso e ricco di spunti, che proietta oltre l’ostacolo il senso del lavoro dei due.

Ne è una prova il fatto che Joseph e Dun hanno firmato per un’etichetta, la Fueled By Ramen, per essere certi di avere carta bianca su ogni aspetto della produzione, e hanno optato per l’assistenza di Paul Meany, cantante dei Muthmath. La storia di Clancy, in fuga da una città – società distopica, chiamata Dema, insieme ai ribelli, i Banditos, è raccontata, nel disco, con tinte cangianti, mutevoli, e che rispecchiano la poliedricità e la complessità delle esperienze e del carattere dell’autore dei brani, molti dei quali presentano sfumature decisamente autobiografiche e un messaggio positivo, da lasciare all’ascoltatore.

Dema infatti può rappresentare le situazioni vissute da Joseph nel passato, fra ansia e spinte verso la spiritualità, pensieri autodistruttivi e creatività salvifica, ed è bene che siano emersi e condivisi i fantasmi delle esperienze vissute, ivi comprese quelle relative al successo immenso e improvviso, soprattutto dopo l’album Blurryface, il lavoro precedente; la duttile voce dell’autore, sostenuta dalla percussione precisa e energetica di Dun, esprime con infinite suggestioni, dall’urlo liberatorio al raffinato falsetto, il delicato passaggio generazionale di un giovane uomo alla ricerca di un delicato equilibrio fra popolarità e profondità.

Le suggestioni di cui si diceva sono presenti in tutta la gamma musicale, dal rock di Jumpsuit al reggae di Nico and the Niners, fino al pop stile Eighties di My Blood, o a quello radiofonico alla Coldplay di The Hype, passando per il rap di Levitate e all’elegia di Neon Gravestones, un autentico inno alla vita e alla continuità fra generazioni, tanto più rivoluzionario, quanto più inserito in un contesto, quello della musica mainstream, tutta imperniata sui conflitti giovanilistici e sull’esistenza da bruciare qui e ora.

Se, poi, la varietà di stili e generi può spiazzare l’ascoltatore abituato ai clichés di produzioni monotematiche, consigliamo di spingersi fino all’esame dei testi confezionati da Joseph, e contenenti autentiche, piccole perle di poesia, come la schietta confessione, relativa all’anno di silenzio mediatico vissuto dal duo, presente nella conclusiva Leave the City: Last year / I needed change of pace /Couldn't take the pace of change / Moving hastily / But this year / Though I'm far from home / In Trench I'm not alone / These faces facing me / They know What I mean; oppure come i versi che chiudono il rap di Neon Gravestones: Find your grandparents or someone of age / Pay some respects for the path that they paved / To life, they were dedicated / Now, that should be celebrated.

Un percorso, quello dei Twenty One Pilots, che si nutre anche della dimensione live, mai scontata, ma, anzi, curatissima nei dettagli, non solo scenografici, fra auto in fiamme, salti mortali, stage diving e nastri adesivi gialli (il segno di riconoscimento dei Banditos – fans, complici dei due nella fuga catartica da Dema e da tutte le paure), ma anche musicali, fra sorprendenti cover dei Beatles o dei Goo Goo Dolls, incursioni di ukulele, cori compatti di quanti li amano e ne comprendono la profonda carica positiva e liberatoria. Un’esperienza forte, che stanno vivendo in questi giorni migliaia di fans in tutta Europa, e, fra poco, anche a Bologna.

Track List

  • Jumpsuit
  • Levitate
  • Morph
  • My Blood
  • Chlorine
  • Smithereens
  • Neon Gravestones
  • The Hype
  • Nico And The Niners
  • Cut My Lip
  • Bandito
  • Pet Cheetah
  • Legend
  • Leave The City

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