Soundtrack To A Ghost Story<small></small>
Americana • Roots

The Orphan Brigade Soundtrack To A Ghost Story

2016 - Appaloosa Records / IRD

29/03/2016 di Claudio Giuliani

#The Orphan Brigade#Americana#Roots #Ben Glover #Joshua Britt #Neilson Hubbard #Kim Richey #Kris Donegan #Heather Donegan

C’è della magia in questo disco!! un disco decisamente intrigante e che ha la capacità di erogare cento e più suggestioni; un disco che non ti stancheresti mai di (ascoltare, in cui  ogni volta percepisci un respiro non avvertito la volta prima e che non ritrovi la volta successiva. Probabilmente sono magnetismi o solo suggestioni che divampano da condizionamenti, ma mi è parso di sentire, smorzati tra le varie tracce, dei sospiri, dei passi, un miagolio o echi di rumori di catene e non ritrovarli più ai riascolti immediatamente seguenti, dileguati chissà dove, saranno forse le presenze spirituali o i fantasmi catturati dai microfoni che i sono liberati nelle onde sonore senza lasciar tracce?

Soundtrack To A Ghost Story è un disco magnifico, un concept album registrato in una casa infestata dai fantasmi, l’Octagon Hall Museum, vicino a Franklin, Kentucky, a poco più di un’ottantina di chilometri a nord di Nashville, nel bel mezzo di un’antica piantagione che fu teatro tragico di vicende della guerra di secessione tra unionisti e confederati. The Orphan Brigade è l’intestazione attribuita a un reparto di soldati del Kentucky che durante la guerra civile indossavano le grigie divise dei confederati e il disco racconta quella storia; una storia raccontata dal punto di vista umano ed emotivo di quegli uomini, storie di peccato e redenzione, di morte e di onore, di leggende gotiche aggomitolate tra inferni e purgatori, dell’odore del sangue e della polvere da sparo, testimonianze di rabbia e angoscioso coraggio e di tanta paura, di drammi dell’anima e d’ombre malinconiche, di piccole speranze e tribolazioni, di sentimenti e d’addii.

Questo piccolo capolavoro emotivo vede protagonisti gente come l’irlandese Ben Glover, Joshua Britt, Neilson Hubbard, Kim Richey, Kris Donegan, Heather Donegan e il risultato è davvero soddisfacente: la musica unita a narrazioni con marchiature letterarie dalle sequenze visionarie, quasi cinematografiche (il cd, pur avendo una propria anima indipendente, è anche la colonna sonora dell’omonimo film/documentario) plasma un lavoro di pregevole qualità. E’ un album di musica Americana-roots dalle acclimatazioni southern, con influenze folk, rustiche radici di country arcaico, irish music, respiri rock, mountain gospel, dilatate e oscure pennellate gotiche e testi coinvolgenti. Un plauso va in questo senso ai ragazzi dell’Appaloosa che nella bella confezione digipack dai caratteri dorati in rilievo del titolo hanno inserito nel booklet la traduzione in italiano dei testi.

L’intro strumentale per piano e pedal steel ci porta al suggestivo incedere in crescendo di Pale Horse, rifrazioni di voci e incanti percussivi; in Trouble My Heart c’è la feroce disperazione di una lettera d’amore e rimandi che mi riportano a Parker Millsap (a proposito, è in linea d’arrivo il suo nuovo Very Last Day, che da quanto carpito ha tutti i presupposti per inserirsi tra i dischi dell’anno!); nell’evocativa I’ve Seen Elephant potremmo trovarci echi del miglior Nick Cave, tragedie e orrori dei campi di battaglia e una splendido solo di chitarra per poi transitare per Sweetheart gospel da marciapiede che ci trascina in un mondo out of time e ci coinvolge in un hand claping per assecondarci con un liberatorio finale orgiastico di tromba.

La delicata verginità di Last June Light con le sue melodie in purezza, la bella Story You Tell Yourself con i suoi inquieti sgomenti per lo scontro armato all’orizzonte che ha tra le sue righe punteggiature alla Cowboy Junkies impolverate di cenere folkye e che rinverremo poi anche nella gradevole Goodnight Mary, la splendida We Were Marching On Christmas Day che pare venir fuori anche lei dai solchi di Millsap, sono tracks formidabili.

Whistling Walk è una marcia fischiettante con i contrappunti di una cornetta che apre alla solidale fratellanza combattente di Good Old Flag. In Cursed Be The Wandered sono marchiate le genealogie irish mentre la tradizionale Paddy’s Lamentation ha avvincenti toni epici e l’amarezza di chi, emigrato irlandese in cerca di speranze, ha perso i suoi sogni nel fango e nel sangue di una guerra scura. In chiusura la dilatazione carezzevole delle voci e del coro di The Orphans con punteggiature di banjo, cassa e un tappeto rarefatto di fiati.

Sì!! Soundtrack To A Ghost Story  è un album speciale. Suonato come dio comanda, intriso di storia e commozione, capace di sbalordire e di catturare e nutrire l’anima.

Track List

  • Ostagon Halla Prelude
  • Pale Horse
  • Trouble My Heart (Oh Harriet)
  • I’ve Seen Elephant
  • Sweetheart
  • Last June Light
  • Story You Tell Yourself
  • We Were Marching On Christmas Day
  • Whistling Walk
  • Good Old Flag
  • Cursed Be The Wandered
  • Paddy’s Lametation
  • Godnight Mary
  • The Orphans

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