live report
The Orphan Brigade Cantù / 1e35
Concerto del 19/11/2017
A Cantù, in chiusura di un tour di presentazione particolarmente significativo, perché ha toccato proprio la città di Osimo, è presente anche Simona Palombarani, la guida che un anno fa condusse i musicisti sottoterra, svelando loro tutta la complessa simbologia delle grotte; ed è proprio Simona che evoca anche per noi la magia di quelle storie, in bilico fra studi antropologici e leggende popolari, che tanto affascinano chiunque apra il proprio cuore al mistero. I brani dell’album ci vengono svelati sotto una nuova luce, ne vengono raccontati i retroscena, e ognuno acquista uno spessore speciale; anche chi non conosce l’inglese, può così apprezzare il significato dei testi, che spaziano da riflessioni sul senso della vita a emozioni sulla conoscenza dell’amore, fino a un autentico esperimento di transfert mediatico, dando vita ai pensieri di una donna scomparsa secoli orsono, o facendo rivivere lo choc del terremoto, effettivamente vissuto dai tre mentre erano nelle Marche.
Il pubblico ascolta in silenzio spiegazioni e brani, interpretati dai tre artisti in stato di grazia; il fatto che questa sia l’ultima data del tour forse rende ancora più sentita la resa dei pezzi, impreziositi dal banjo di Britt, mentre Glover e Hubbard si alternano alla chitarra e alle percussioni, fra cui spicca un tamburo, che accentua lo spessore tribale e ancestrale delle sonorità del disco.
Non mancano canzoni tratte sia dal primo disco, sia da quel The emigrant di Glover, che tanti consensi ha riscosso ovunque; in particolare, davvero toccante è la sua versione di Paddy’s Lamentation, in cui l’ispirazione irish di Glover emerge nitida e strappa un applauso emozionato. Il concerto si conclude con i tre in mezzo al pubblico, per un brano rigorosamente unplugged, a sottolineare l’intensità del rapporto che si stabilisce e della sincerità con cui questo è vissuto da ambo le parti.
Ben ci dice prima del concerto, riguardo al tour: “L’esperienza nelle grotte, l’aver provato il terremoto, questi concerti, saranno indimenticabili per me…”; certamente saranno in molti a ricordare a lungo questa serata.
Fotografie di: Giuseppe Verrini