The Marcus King Band The Marcus King Band
2016 - Fantasy Record / Universal Music
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D’altronde lo stesso Haynes ha dichiarato a proposito di Marcus King “Marcus è il primo dopo Derek Trucks, in possesso già così giovane della maturità di un musicista adulto... E’ talmente influenzato dal blues e così dentro al jazz, rock, soul e ogni genere di musica, che non puoi spiegarne quanto con le parole... Nel suo modo di suonare ci sono tutte queste influenze, filtrate però dal suo stile unico. Marcus ha una voce che ti colpisce all’istante e la sua chitarra è l’estensione della voce... E viceversa!”. E così il secondo album della band, composto nel corso di un tour e registrato in una serie di session ai Carriage House Studios di Stamford (Connecticut), ha visto la luce a fine del 2016 appena lasciatoci alle spalle. Disco potente ed inzuppato fino al midollo di musicalità Blues Rock, The Marcus King Album è uno squarcio di luce nel buio. Pezzi potenti, ricchi di un sound che sono ricchissimi di rimandi ad una meravigliosa tradizione che parte dalla leggendaria Allman Brothers Band come in The Man You Didn’t Know, per arrivare proprio a certe visioni dei Gov’t Mule, vedasi Plant Your Corn Early, senza però dare mai la sensazione dell’inutile e pedissequo scimmiottamento senza senso.
L’equilibrio generale del disco vede anche un paio di brani con rimandi ad un Country Rock d’annata figli della Marshall Tucker Band come Guitar In My Hands e, soprattutto, Sorry ‘Bout Your Lover, che completano l’istantanea che ci lascia a fine ascolto la Marcus King Band. Il tocco in più arriva dalla presenza di una scoppiettante sezione fiati che tende a “colorare” il sound della band che offre sponde e rimandi al R&B. Da notare la presenza dell’altro chitarrista extraordinaire, Derek Trucks in Self-Heatred, uno dei pezzi più intriganti di questo lavoro. Oltre ai pezzi già citati, piacciono l’iniziale ed esplosiva Ain’t Nothing Wrong With That, e la splendida Rita Is Gone, uno dei momenti più in vista del disco. Nulla di fondamentalmente originale si potrà dire alle fine. Vero, ma è l’incontenibile musicalità che sprigiona tutto l’album a renderlo avvincente e, a suo modo, imprescindibile per capire, ancora una volta e sempre di più, che se non si conoscono le radici, è molto difficile proporre musica e dischi come questo.
Bello notare come, dopo l'attesissimo show della Tedeschi-Trucks Band, a Milano il prossimo Marzo, meno di due mesi dopo, il 3 Maggio, la Marcus King Band sarà in concerto sempre a Milano al Legend Club,per uno show che, ne siamo certi, confermerà il valore del gruppo palesatosi fino ad oggi attraverso due soli album.