live report
The Marcus King Band Milano / Santeria Social Club
Concerto del 15/10/2018
Un'ora e quaranta di concerto trascorsa in un fluire incessante di suoni, vibrazioni ed emozioni. Un viaggio musicale tra antico e moderno, flussi irrefrenabili di southern rock con assoli potenti e dilatati, jam psichedeliche oniriche e interminabili, ma anche generose manciate di blue eyed soul, funky e blues. Cavalcate lungo immensi spazi aperti e discese attraverso paludi e fiumi limacciosi, un album appena uscito, Carolina Confessions, che già nella copertina disegna perfettamente le coordinate musicali e geografiche del gruppo. Il terzo disco, sempre il più difficile, arriva dopo il grandissimo successo dell'omonimo The Marcus King Band di due anni fa, mentre l'esordio con Soul Insight è datato 2015.
Sul palco con lui una ciurma di diseredati che ogni capobanda vorrebbe avere al seguito: Jack Ryan drums & percussion, Stephen Campbell bass, Justin Johnson trumpet, Dean Mitchell tenor & baritone saxophone e Deshawn "D-Vibes" Alexander keyboard & organ.
Purtroppo l'inizio del concerto è penalizzato da un'acustica non al meglio, la voce di Marcus King esce male e gli strumenti spesso si sovrastano a vicenda. Si parte con il southern soul di Where I'm Headed, per proseguire con Booty Stank e Ain't Nothing Wrong With That, allmaniane fino al midollo. 8 A. M. gioca con i fiati e profuma di Muscle Shoals, il profumo delle cose belle. Impulsi funky e spazi di free jazz in Fraudulent Waffle, lunga e dilatata, suoni fluidi, percussioni in evidenza, si parte per orizzonti lontani. La band gira che è un piacere, anche visivo, in perfetta sintonia e con grande amalgama, manifestando una naturalezza che non tradisce affatto la giovane età.
Ottimo lavoro Comandante Marcus! Oltre ai fratelli Allman, i ragazzi hanno studiato a fondo i fratelli Robinson e i Corvi Neri, la Marshall Tucker, Delaney & Bonnie, The Band, Wet Willie, Tedeschi Trucks e i Muli. Non per niente Derek Trucks compare in un brano del loro secondo disco, prodotto, guarda caso, da Warren Haynes, che a sua volta compare in un altro pezzo. Marcus & band hanno appreso bene dagli illustri insegnanti, mostrando poi la non comune capacità di metterci del loro, regalando originalità e autonomia al proprio suono. Prosegue il viaggio attraverso Carolina Confessions con Side Door, altro splendido tuffo nelle acque purificatrici del Sud degli States. L' organo si tinge di gospel, la chitarra pizzica assoli, la voce di Marcus graffia e accarezza, il Sud racconta sempre belle storie. Ritornano sul palco Duane, Gregg e l'allegra brigata, perchè Thespian Espionage è tutta loro, mentre Autumn Rains richiama i migliori Black Crowes con echi di The Band.
Dopo Good Man, arriva nera e funkeggiante Rita Is Gone. Poi è il momento di Goodbye Carolina, title track dell'ultimo disco e grande ballad, intensa, evocativa e nostalgica, dalle parti di Music From The Big Pink ma soprattutto di Marcus King Band. Ruggisce rabbiosa e potente Welcome Round Here, funkeggia lungamente Plant Your Corn Early. Chiudono i giochi con Remember e Confessions, due grandi ballad che strappano l'anima. Il cuore ce lo ha già rapito quel ragazzone della Carolina del Sud che parla attraverso la sua chitarra. Il tempo è dalla loro parte e i paragoni ormai non servono più. The Marcus King Band e basta!
Fotografie per gentile concessione di: Giovanni Daniotti