Un disco d’esordio di fulminante bellezza, quel
Colfax edito nel 2014 che aveva sollevato consensi generali, più nella critica a dire il vero che nel pubblico, quest’ultimo sempre meno attento pur con le dovute eccezioni, a figure che non siano mainstream. Questo strano combo, nato a Portland, Oregon, nel 2012 grazie a
Amy Boone, cantante della band,
Jenny Conlee proveniente da
The Decemberist alle tastiere,
Sean Oldham, percussioni e
Willy Vlautin, chitarre, dei
Richmond Fontaine (una band che avrebbe meritato ben altra fortuna e considerazione), e
Tucker Jackson proveniente dai
Minus 5 alla Pedal Steel. Parlano di loro come di un gruppo che suona "
retro country“.
Colfax offriva uno spaccato di vita americana attraverso canzoni che sono rimaste permeate di una bellezza rimasta intonsa nel tempo (ascoltatevi la memorabile
Calling In tratta da qul disco per capire meglio quale magia pervadesse un disco simile), aprendo le porte alla band per imbarcarsi in un tour che li ha portati anche in Europa per diverse date. L’anno dopo, ecco apparire un live CD intitolato
Scenic Sessions che fu reso disponibile solo ai concerti della band che conteneva canzoni inedite sul disco d’esordio. Di quel CD ne furono stampate un migliaio di copie che si esaurirono in breve tempo. Insomma tutto sembrava volgere al meglio, con la band pronta ad entrare in studio per lavorare al seguito di
Colfax. Ma nel Marzo 2016, Amy viene investita da un’automobile e riporta gravissime ferite. Coi vogliono diverse operazioni ed oltre due anni per tornare e riprendere il suo ruolo nella band. E pochi mesi fa, ecco l’annuncio che
The Delines sarebbero tornati con un nuovo album ed un nuovo tour.
C’è un passaggio nella splendida
Let Be Us Again, che dice ”
Ho aspettato così a lungo Pensi che potremmo essere di nuovo noi?" E' una canzone che parla di ritrovarsi e di unirsi nuovamente con un amore creduto perduto, ma sembra voler fare chiaramente riferimento all’essersi ritrovati come band, e che finalmente si posa tornare a in studio, on stage dopo una pausa, certo, non voluta. Il tempo non sembra trascorso, la magia rimane intatta. Il disco ha un tema base che è quello del ritrovarsi, come si scriveva poco sopra, e prende spunto dalla storia di una donna che incontra di nuovo il suo vecchio amante dopo aver trascorso gli ultimi anni in prigione. Ecco quindi il tema dell’ incontro, inatteso, nuovo, sorprendente. E con esso i ricordi che sfociano e che rendono il disco vivo, reale. Qualcosa che s’impossessa dell’ascoltatore, donandogli piacere all’ascolto delle dieci perle che compongono questo lavoro. Eccellenti i musicisti coinvolti in questa meravigliosa band, che arricchisce le sue sonorità con la tromba di
Cory Gray. I testi sono di Willy Vlautin, mentre la produzione è affidata a
John Morgan Askew, che già aveva prodotto
Colfax, ma anche
Cusp della sorprendente
Alela Diane, come l’ultimo disco dei
Richmond Fontaine,
Don’t Skip Out On Me. Il 2019 si è aperto con un grande disco che ci accompagnerà per tutto l’anno.