The Black Sorrows Faithful Satellite
2016 - Rootsy Music / IRD
#The Black Sorrows#Americana#Other Americans #Jo Jo Zep & The Falcons #Relevators #James Black #Joe Creighton #Davidson Brothers
Classe 1948, cantante, compositore, chitarrista e sassofonista sul cresta dell’onda da cinquant’anni in qualità di comprimario e leader di vari formazioni musicali tra cui Jo Jo Zep & The Falcons, Relevators insieme a James Black e Joe Creighton e last but not least gli australiani (di Melbourne) Black Sorrows (dal 1984) band che negli anni ha visto, tranne Camilleri, alternarsi innumerevoli musicisti nella line-up.
I Black Sorrows hanno la capacità musicale di saper attingere sapientemente a piene mani in più generi passando senza nessun cedimento di sorta dal blues allo zydeco, facendo delle piacevoli tappe intermedie nel rock, r&b, soul e molto altro ancora.
Ma torniamo all’album: registrato presso i Woodstock Studios di Melbourne da una band di tutto rispetto (e anche di più) che vede alle chitarre Claude Carranza, John McAll alle tastiere, Mark Gray al basso e alla batteria Angus Burchall a cui poi vanno ad aggiungersi un manipoli di turnisti per la sezione fiati e Vika e Linda Bull ai cori. Tutti i dodici brani sono stati composti dal prolifico Camilleri insieme al suo fidato paroliere Nick Smith.
Accennavo poco sopra ai generi musicali proposti dalla band, bene, anche in questo loro ultimo disco direi che non si sono fatti mancare nulla infatti Faithful satellite attraversa il bluegrass, il blues, il rockabilly, il reggae, il rock, il gospel e il soul. La bellezza di questo album è anche da ricercarsi in questa sorta di viaggio celebrativo attraverso i più vibranti stili musicali (contemporanei) del ventesimo secolo.
Swing, swing e ancora swing ad aprire il disco con I Love You Anyhow; le atmosfere rimangono saldamente ancorate agli anni ’60, la tensione rimane alta e non ci riesce di stare fermi con il ritmo rockabilly di Raise Your Hands. Blues e atmosfere crepuscolari invece fanno capolino nella languida It Ain't Ever Gonna Happen (e che voce Sandii Keenan!!!); si rimane invece spiazzati nel passare dal ritmo di Land of the Dead all’apertura tutta violini, pianoforte e acustica della ballad Cold Grey Moon con assolo di Travis Woods alla tromba. Giusto per non rimanere troppo legati ad un singolo genere ecco che i Black Sorrow in buona compagnia dei Davidson Brothers (che ritroviamo anche in Winter Rose) ci catapultano nel country honky-tonk style di Fix My Bail. Segue il rock di Carolina che ci traghetta alla splendida ballad mexican style di You Were Never Mine dove Camilleri dà una gran prova di sé al canto.
Ritmi reggae per Love Is On Its Way tutta in onore di Ross Hannaford chitarrista, tra l’altro, della band australiana Daddy Cool; l’acida Beat Nightmare e in chiusura ancora un giro di violini con Into Twilight.
Decisamente un album positivamente fuori dal comune. Ve lo consiglio senza il minimo dubbio.