Shemekia Copeland Outskirts Of Love
2015 - Alligator Records / IRD
#Shemekia Copeland#Jazz Blues Black#Blues #Blues #Johnny Copeland #John Hann #Oliver Wood #Robert Randolph #Alvin Youngblood Hart #Sonny Terry #Brownie McGhee #Billy Gibbons #Jessie Mae Hemphill #Lex Price #Country Blues #Soul #rhythm & blues
Introdotto da una cover art da sogno americano ormai logoro e in cerca di restauro - l'insegna di uno squallido motel a ore, estremo riverbero luminoso della terra dove tutto è possibile e “consumabile” - l'ottavo disco di Shemekia Copeland prosegue nel solco dei precedenti, alla ricerca della sua ridefinizione del blues in chiave contemporanea. Un'impresa non facile, soprattutto quando tuo padre era un certo Johnny Copeland, figura titanica del blues texano, fedele alla torrida e pulsante tradizione elettrica del Lone Star State: di lui tutti ricordano almeno un glorioso disco in trio con Albert Collins e Robert Cray (Showdown, 1987), spettacolare giocattolone per i fan di un certo tipo di suono. Ma Shemekia ha personalità (e voce) da vendere, e sulla scia dei buoni riscontri di Never Going Back (2009) e 33 1/3 (2012) continua a mischiare gusti e generi della musica americana, dal soul al rhythm and blues, dal gospel al country, sempre sostenuta dalla sua interpretazione potente e luminosa, ben piantata nella tradizione ma così spontaneamente “moderna”. A sostenerla ci sono il produttore John Hann e il chitarrista Oliver Wood (dalla folk rock band The Wood Brothers), coautori di 4 pezzi su 12: tutti gli altri brani sono cover, scelti pescando da contesti anche abbastanza differenti.
Superata l'abbastanza routinaria Outskirts of Love, la prima sosta prolungata è sulla seconda traccia, Crossbone Beach, che parte come uno slow, si trasforma presto in un coinvolgente funk e si scioglie in uno sfregolante assolo di pedal steel guitar (è il grande Robert Randolph): davvero un bel campionario di sonorità e feeling differenti. Poi c'è Devil's Hand, firmato da Copeland padre, che fa il paio con Wrapped Up In Love Again, un vibrante pezzo funky di Albert King. Sono due omaggi al blues più “straight” insieme a Cardboard Box, brano tutto acustico che ha il limpido profumo del Delta, eseguito in coppia con Alvin Youngblood Hart.
Shemekia preferisce però aggirarsi in territori differenti per imbastardire con efficacia il suo blues. L'esperimento più interessante è il country-soul Drivin' Out Of Nashville, una storia di tentato adescamento sessuale finito male (per lui). "Country music ain't nothin' but the blues with a twang" è il programmatico ritornello di un racconto pieno di humour, farcito dai colori delle steel guitar, dove la Copeland dimostra di saper usare con efficacia la sua voce anche in modo meno esplosivo e più colloquiale. The Battles Is Over (But The War Goes On), un classico del duo Sonny Terry & Brownie McGhee, ripreso anche da Levon Helm, pompa invece solidissimo rhythm and blues ad alto livello di giri, per una delle performance memorabili della raccolta. Poi arrivano le due cover più note, ottime per portare prima gli ZZ Top e poi i Creedence in chiesa. Jesus Just Left Chicago (Tres Hombres, 1973) scava in profondità, là dove la voce di Billy F. Gibbons non poteva nemmeno sognare di arrivare, mentre la chitarra, torbida e debordante (un timbro inconfondibile) è proprio la sua, per un'ospitata graditissima. Long As I Can See The Light (Cosmo's Factory, 1970) disvela invece tutte le sue potenzialità gospel e si appiccica subito sotto la pelle. Prima delle fine c'è spazio anche per un vero sermone, con la scarna Lord, Help The Poor And Needy, brano scritto da Jessie Mae Hemphill, eroina del North Mississippi country blues: una preghiera per emarginati e diseredati, a cui Shemekia aggiunge tantissima sostanza, facendo perno intorno al basso di Lex Price.
La capacità della Copeland di destreggiarsi tra i generi è davvero matura e autorevole, sostenuta dai suoi straordinari mezzi vocali. Il rischio di sacrificare la sostanza e le radici in nome di un sound più patinato e accessibile (l'ultimo disco di Gary Clark jr. è un esempio del genere...) sembra evitato. Shemekia è una vera, e Outskirts Of Love, ben lungi dall'essere un disco periferico, viaggia in pieno centro nella mappa del blues del 2015.