Tramp<small></small>
Rock Internazionale • Alternative

Sharon Van Etten Tramp

2012 - Jagjaguwar

20/02/2012 di Andrea Valbonetti

#Sharon Van Etten#Rock Internazionale#Alternative

A gennaio 2012 è uscito per l’etichetta Jagjaguwar il terzo album della cantautrice americana Sharon Van Etten che si intitola Tramp ed è stato prodotto da Aaron Dressner dei The National.

Conviene dirlo fin da subito: Tramp, così come i due lavori precedenti Because I was in love (2009) e Epic (2010), non è un album semplice, di ascolto immediato. Non è un disco da mettere ad una festa o da ascoltare in modo superficiale e veloce.
Le dodici tracce contenute, infatti, sono definite dalla stessa autrice “self therapy”, conversazioni private, riflessioni con se stessi per fare un punto sulla propria vita.
Certo, negli ultimi anni la vita di Sharon Van Etten non è stata semplice.
Originaria del New Jersey, mentre frequentava il college in Tennessee ha subito una fortissima delusione d’amore – il ragazzo le ha detto senza mezzi termini che sarebbe stato meglio se avesse appeso la chitarra al chiodo – che l’ha portata ad abbandonare tutto per tornare a casa ed inseguire il suo sogno. Negli ultimi due anni ha condotto una vita raminga, senza avere una residenza fissa, fino all’incontro con Aaron Dressner che l’ha ospitata nella sua casa-studio a Brooklyn, seguendola nella genesi di Tramp (che tradotto in italiano significa proprio “vagabondo”).

Tutta questa rabbia, le ferite, la perdita di fiducia negli altri sono cantate e suonate con un approccio minimalista più elettrico rispetto ai dischi precedenti di matrice maggiormente folk. Dalla sua voce sofferente e a tratti sospirata traspare completamente il senso di dolore che sta riscattando attraverso la musica.
Nel disco ci sono diverse collaborazioni con artisti della scena indipendente come ad esempio Zach Condon (più conosciuto come Beirut) che compare nel brano We are fine.
I testi sono tendenti ad una visione cupa della vita: in Give out, forse il brano più di impatto di Tramp, canta “I say you’re the reason why I’ll move to the city or why I need to leave”, mentre in Leonard canta “Well, well, hell, I’m bad at loving”.

Tramp è un disco compatto e piano come una pianura infinta nella quale non si vedono i confini dell’orizzonte, né si riconoscono punti cardinali e ciò crea un senso di spaesamento nell’ascoltatore. Vale però la pena di affrontare l’ascolto perché attraverso la sua fragilità Sharon Van Etten riesce a rivelare il proprio talento fatto di una voce interessante e di una capacità di scrittura non indifferente.

Track List

  • Warsaw
  • Give out
  • Serpents
  • Kevin's
  • Leonard
  • In line
  • All I can
  • We are fine
  • Magic chords
  • Ask
  • I'm wrong
  • Joke or a lie

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