SHAME Chi ci uccidera `
2021 - Bonnot Music/Believe Music
Si parte con Controcorrente, pezzo che incorpora sia tematiche socio-politiche che le esperienze dell’autore. Infatti si trovano i problemi di un’intera generazione, come la ricerca del lavoro in spesso l’unica risposta è “le faremo sapere”. Un altro nemico è la casta politica che impone solo nuove tasse al popolo per poi essere il primo ad evaderle. Nel ritornello nota come sia sempre andato controcorrente in quanto ha pensato più al cuore che al denaro. Un passaggio interessante ha come focus la mancanza di passione, educazione ed istruzione che dovrebbero essere trasmesse dalle scuole ma vengono cercate nel rap. Nella base, oppressiva e arrabbiata, batteria e bassi esaltano i concetti espressi.
Con la title track si va sul reggae, insieme a Baro trattano di un tema che tocca tutti: il cambiamento climatico che sta consumando il pianeta. Conseguenze di un uomo che ha perso il contatto con natura e che la calpesta. Sempre più prati diventano marciapiedi e le foreste dell’Amazzonia bruciano. In tutto questo fa del male anche a noi portandoci all’estinzione. Sul finale paragona il futuro ad una pianta: se riceve acqua, cresce e diventa una foresta.
In Sogna e guarda avanti fa i conti col proprio passato, nessuno credeva in lui e nel suo sogno, eppure ora che è riuscito a realizzarlo tutti gli girano attorno. Ma non si accontenta di questa gloria, guarda sempre avanti. Ripensa alla gente del suo paese con un posto fisso che li ha condannati ad una morte interiore. La batteria ed il piano distorto formano un mood che trasmette angoscia.
68 Bars dissing vuole essere una critica verso il movimento della Trap utilizzando le sue sonorità. Nota come l’unico collante di questo genere sia il vuoto e l’apparenza, in cui è più importante avere una community e fare views per sorprendere solo gli stupidi. Ormai è tutta un’accozzaglia di parole come solo gang, ghetto, slang, rispetto, bang distretto ma pur essendo stato anche lui in un tribunale tenta di dare il buon esempio.
Tra batteria e bassi si apre Testa vs cuore, un dialogo immaginario tra due organi che rappresenta molto di più. Proprio come in una battle rap i due si scontrano utilizzando l’arma della metrica. Ad iniziare è la testa, in cui predomina la ragione, elabora tutte le informazioni e valuta i pro e i contro. Invece il cuore agisce d’istinto e fornisce sentimento e immaginazione. In fine si domanda chi prende le decisioni e chi non tenta. Come avviene in questi casi, la base è molto semplice e serve solo per dare il giusto ritmo.
Il disco termina con Posse Track, si tratta di una valanga di strofe con stili differenti che si incastrano perfettamente in cui collaborano molti artisti.
Nei suoi dieci brani SHAME riversa tutti i malesseri, stordimenti, le durezze del mondo senza alcun sconto. I bersagli sono esistenzialismo, politica, ambiente, mercato, musicale conditi da un flow molto coinvolgente.