![Serpenti<small></small>](/foto/musica/recensioni/big/2059-serpenti-serpenti-20120526085818.jpg)
Senti i Serpenti, ma subito il cuore e l’orecchio vanno a rovistare nei ricordi prima e nel rinascimento di genere dopo. Dopo Sottoterra ecco il nuovo sforzo della band sempre in bilico tra la tradizione degli Human League o dei New Order e le nuove rivisitazioni di Ladytron e Cold Cave. La nuova onda lunga è arrivata dal nord sino ai nostri lidi. A dire il vero, come spesso accade, c’è sempre qualcuno che viene prima. Anche in Italia. E allora citare i Krisma non solo è d’obbligo, ma doveroso.
L’andamento rotativo dei pezzi è un energizzante accattivante, persino quando la vena dance si placa sotto i colpi della grancassa. Non mancano le sessioni ritmiche beat-dance ripetitive e ridondanti, ma la cosa più convincente è l’interpretazione canora di Gianclaudia Franchini. Una voce che come una mano scende lungo il corpo con fare sinuoso e infine graffiante. Scendo piano è un pezzo ben riuscito, crocevia tra sintetizzatore e sensualità, tra sound stiloso e gioco. Alla fine il bacino non può che cominciare a ondeggiare, immerso in questo filo conduttore fatto di stimoli sensoriali. L’intero lavoro mantiene così nella sua semplicità la forza e il vigore dettate dall’urgenza espressiva.
Il duo pugliese nasconde, dietro un involucro “finto”, una sana cattiveria… Dedicato a chi non ha più gli strumenti per interpretare la realtà, le nuove derive e le vecchie derivanze. La loro specialità: entrare a gamba tesa con testi immediati senza convenevoli. Un lavoro sudato e frizzante…anche se con il make-up. Altra nota di colore: un altro duo proveniente dalla Puglia. Calma però, I Serpenti stanno a Il Genio come l’eros sta al voyeurismo. Malizioso uno, vizioso l’altro. Provare ad ascoltare Tocca la mia bocca per credere.
Questo è un viaggio indietro nel tempo che però sa di progressismo e aria nuova, se paragonato a certo rock declinato e antistorico dei giorni nostri. Insomma quando della musica ci rimane solo l’estetica, questa diventa reazionaria e meramente contemplativa. Le rivoluzioni invece partono sempre dall’animo e non dalle sue pose.