Roberto Angelini Il cancello nel bosco
2021 - FioriRari/distr. Believe
Tenero e sorprendente è poi il contributo di suo figlio Gabriele per La chiave del cancello, vero strumento per varcare il cancello nel bosco appunto.
Il disco mescola armonicamente due anime. La prima sono i delicati acquerelli chitarristici di brani come il singolo Condor e la title – track nelle sue tre parti (come se fosse un piccolo film). La seconda è rappresentata da momenti in cui prevale un lato più giocoso e sperimentale. Ne è un esempio L’era glaciale, con le sue gioiose sfumature di ottoni che le danno un sapore simpaticamente retrò (e un video delizioso). O ancora Libellula, con le lapsteel. Roberto infatti, parlando del processo che ha portato negli anni ad accumulare brani, racconta: “Mi sono avventurato nel fantastico mondo della lapsteel, della pedalsteel e della weissemborn cercando di trovare un linguaggio originale. A un certo punto mi sono reso conto di aver messo da parte negli hard disk di studi di registrazione, appartamenti, case di campagna, luoghi sparsi, Roma, Milano, Londra, Napoli una serie di cose che meritavano (a mio avviso) di comporre un disco.”
È stato così recuperato anche L’isola, scritto per Emma Marrone, riproposto più rarefatto nelle atmosfere. La chiusura è affidata a Hedra, un brano totalmente strumentale che, come Il complotto delle foglie parlanti, ci propone uno strumento “pensato da me e realizzato dai ragazzi di Effetti di Clara (A.R.P.) che vuole emulare un modulare con pedali originariamente pensati per chitarra”.
Così tra artigianato musicale e libertà nel giocare coi suoni, senza alcuna fretta, Roberto Angelini ci ha regalato un disco che riesce ad essere familiare e rassicurante, dolce come Incognita.