Roberta Giallo Canzoni da Museo
2021 - G-ROdischi
Ci ha pensato, in questi tempi pandemici e difficili, Roberta Giallombardo, alias Roberta Giallo, cantautrice, scrittrice e performer teatrale, che, innamorata delle poesie di Giovanni Gastel (fotografo e poeta recentemente scomparso, nipote di Luchino Visconti), Davide Rondoni (fondatore del Centro di Poesia Contemporanea), e Roberto Roversi, ha caparbiamente voluto trasporre in musica le loro liriche, vestendole dei suoni migliori, per lasciare che le parole sprigionassero tutta la loro forza evocativa, grazie anche al dono della propria voce.
Nascono così Canzoni da Museo, e mai titolo è stato più azzeccato e appropriato: dove per museo non si intenda un luogo polveroso e stantio, bensì la sede delle Muse, il non-luogo che ospita il pensiero e i suoi frutti, e nel quale armonia e anima si incontrano, per forzare le porte dell'eternità e regalarci almeno l'illusione di durare al di là del nostro transito terreno.
“Canzoni Da Museo nasce dal mio desiderio di musicare le poesie di Giovanni Gastel per primo, e poi Davide Rondoni e Roberto Roversi. Desideravo “stare” su altro da me e in parte perché ho ritrovato in esse i grandi interrogativi e temi imperituri dell’umanità, come la nascita, la morte, l’amore, il senso di non appartenenza, di abbandono, la bellezza, la caducità delle cose di questo mondo", scrive Giallo, e, dopo ripetuti ascolti, non possiamo che essere d'accordo con lei: brani come È questo andare che non è andare, testo di Rondoni, sorretto dal violino di Anton Berovski, dal contrabbasso di Enrico Dolcetto (che ha curato anche gli arrangiamenti del disco), dalla tromba di Mauro Malavasi, e dal piano di Giallo, testimoniano l'avvincente approccio della musicista alle poesie.
Giallo si mette al servizio delle parole e del loro messaggio intimo, seguendo un'ispirazione felice, armata di una voce incantevole e duttile e di un pianismo educato e sensibile, e ci fa strada in un percorso inusuale, a tratti arduo, ma che, una volta compreso, regala emozioni altrettanto insolite e rarissime: quelle che provengono dalla fruizione di un'opera d'arte complessa, restituita nel linguaggio immediato della musica.
Ogni brano merita ben più di un ascolto, e non certo distratto; occorre chinarsi sulla bellezza misteriosa di quei versi e di quelle note con la stessa attenzione che Calvino suggerisce al termine de Le città invisibili, e apprezzarne l'efficacia, intrisa di malinconica consapevolezza, come nello splendido Approdato in quest’epoca come un naufrago, poesia testamento di Gastel, struggente, ma lucido canto alla vita e all'inattualità di chi sente di essere nato in un'epoca difficile, ma coinvolgente, per chi sa raccogliere la sfida di parlare di poesia, di sentimenti, di senso della vita. La sfida è raccolta: ascoltare Canzoni da Museo per credere, e vincerla.