Peppe Voltarelli Distratto ma però
2007 - Alabianca / Komart / Venus
Interrotta l’esperienza con Il Parto delle Nuvole Pesanti, il disco inaugura una nuova fase nella carriera del musicista di origini calabresi. Questo passaggio è ben rappresentato come in un autoritratto dal titolo e dalla title-track: se il “distratto” indica la leggerezza anche un po’ guascona tipica del personaggio e della sua musica, i “ma” e i “però” sottintendono una coscienza impegnata a cui piace nascondersi un po’ per gioco e un po’ per scelta.
Le undici tracce segnano infatti una maggior propensione pop rispetto a quanto fatto con i compagni del Parto, ma non ci vuole molto per capire che il pop di Voltarelli non si allontana da quella musica popolare con cui è cresciuto.
Semplicemente i pezzi godono di arrangiamenti e di un supporto ritmico più radiofonico, ottenuto da Finaz lavorando con keyboards, chitarra, basso e qualche accorgimento programmato: questo ha permesso una maggiore libertà a Voltarelli, che ne approfitta per saltare qua e là ora recitando la parte della canzone d’autore ora quella di una patchanka in bilico tra Aretuska e Bandabardò.
Tutto è racchiuso in trentanove minuti che scorrono colorati e provocanti a partire dal singolo “Italiani superstar” che gira su mandolino e fiati in un mezzo reggae soffiato dalla tromba di Roy Paci e dal sax di Raffaelle Brancati. Lo sguardo è attento al sociale ed ha un piglio ironico ribadito nella orecchiabile “Ciao come stai”: non è l’unico pezzo in cui Voltarelli prende di mira i luoghi comuni italiani e soprattutto non è l’unico in cui si trova a cantare sul suono creato da Finaz e Alessandro Guasconi (loops).
Esemplare è “Aria” che, tra la fisarmonica e il canto in calabrese, dimostra come i ponti con le radici non siano stati tagliati, ma anzi continuino ad aprirsi verso la realtà dei nostri immigrati all’estero.
Avendo svolto anche ruoli da attore, Voltarelli è poi capace di interpretazioni drammatiche ben poggiate sulla melodia italiana come “L’Anima è vulata”, un cameo con Sergio Cammariere al piano. Questa capacità recitativa emerge da ogni traccia e soprattutto da “Turismo in quantità”, altro pezzo sarcastico sul nostro paese con la voce narrante di Giancarlo Cauteruccio.
La scaletta ha l’andamento di una giostra o di un varietà popolare tra momenti di commozione e di intrattenimento: spiccano anche la title-track, un tango sghembo per fisarmonica e chitarra classica con l’impatto di un flamenco meridionale, e “La luna ride”, una tarantella che danza in cerchio senza sosta.
Come ritratto nell’artwork, Voltarelli avrà anche l’aria distratta di uno scolaro appena espulso dalla classe, ma ha le qualità per far bene anche “da grande”.