Egypt Station<small></small>
Rock Internazionale • Pop

Paul Mccartney Egypt Station

2018 - Polydor

26/09/2018 di Roberto Contini

#Paul Mccartney#Rock Internazionale#Pop

Egypt Station il nuovo album di Sir Paul McCartney, uscito da pochi giorni, è in cima alla classifica U.S.A.  e per Paul McCartney è la prima volta dal lontano 1982, il che la dice lunga sulla presa che sta avendo l'album  sul pubblico, mentre gli addetti ai lavori sono abbastanza divisi, fra chi lo boccia per snobismo senza un’analisi precisa  e chi ne tesse le lodi più sperticate a priori. Paul compone tutti i brani, suona molteplici strumenti in quasi tutti i pezzi e canta da par suo, malgrado il passare degli anni, 76 per l’esattezza, ne abbia limitato l’estensione vocale.  

Egypt  Station è un lavoro ben riuscito equilibrato  con 3-4 gioiellini  come Do It Now, Despite Repeated Warnings, I Don’t Know e in misura minore Happy With You. Si inizia proprio con  I Don’t Know caratterizzato  un bel giro di piano e chitarra  e prosegue con una sezione ritmica molto efficace  che sorregge il lavoro del piano,  i cori danno un colore beatlesiano ben distinto. In Come on To Me  la sezione continua ad essere protagonista e il pezzo incede secco e deciso, la  voce di Paul è perfetta per questo brano, un bell’arrangiamento di fiati fa il resto. Happy With You rallenta il ritmo rispetto alle precedenti e anche l’arrangiamento è più essenziale , incentrato sulle chitarre acustiche, mentre la voce roca e un po’ nasale di Paul disegna il brano come  una tavolozza di colori. Si riparte con Who Cares e il ritmo si alza nuovamente  con chitarre saltellanti e distorte, molto efficaci. Fuh You è un semplice divertissement, senza tante pretese, ma anche qui la differenza la fa Sir Paul.  Confidante  procede con un incedere di chitarre acustiche, una ballata semplice arricchita solo da qualche coro, semplice, ma non banale comunque. People Want Peace  riparte veloce e ritmata e piano e chitarra si alternano con gli archi, il coro aggiunge un tocco di solennità al brano. Hand in Hand, è una ballata pianistica nella  migliore  tradizione del baronetto, arricchita da un arrangiamento di archi e flauto che gi conferiscono maggiore profondità. Dominoes  e Back in Brazil sono  due  brani veloci e ritmati, carini, ma senza lasciare il segno.  Do It Now  si apre con un piano che presto viene affiancato dalle chitarre, un brano che potrebbe essere uscito da Sgt Peppers e  a ricordarci che siamo nel 2018 e non nel 1967  è solo la voce lievemente roca di Paul. Caesar Rock dice ben poco e non lascia il segno, malgrado lo sforzo vocale di Paul. Despite Repeated Warnings è il pezzo forte dell’album (insieme a Do It Now e I Don’t Know), un piccolo gioiello degno della migliore produzione di Paul McCartney, con un testo tagliente che richiamando una sorta di Titanic probabilmente si riferisce al Primo Ministro Theresa May e all’incombente Brexit.  Hunt you Down/Naked/C-link,  una medley elettrica conclude il disco, come i pezzi di Paul chiudevano Abbey Road, ma non sono purtroppo dello stesso spessore…avremmo chiesto troppo a Sir Paul probabilmente .  In un momento in  cui nel panorama musicale latitano nuove stelle, questo signore di 76 anni ricorda a tutti che  se ha scritto la storia della musica per quasi 60 anni non è un caso.

Track List

  • Opening Station
  • I Don’t Know
  • Come On to Me
  • Happy With You
  • Who Cares
  • Fuh You
  • Confidante
  • People Want Peace
  • Hand in Hand
  • Dominoes
  • Back in Brazil
  • Do It Now
  • Caesar Rock
  • Despite Repeated Warnings
  • Station II
  • Hunt You Down / Naked / C-Link

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