Niccolò Fabi Tradizione e Tradimento
2019 - Universal Music Italia
E chi, nello scenario dei cantautori suoi coetanei, potrebbe aver affrontato con tanta onestà e lucidità la crisi (anche musicale) di mezza età, raccontandone la complessità in un pugno di canzoni, riunite sotto il significativo titolo Tradizione e tradimento?
Lontano dalla caustica ironia di Silvestri, dalla visionarietà di Sirianni, dall'enciclopedismo di Capossela, dallo sperimentalismo di Gazzé, Fabi anche in questa prova si mantiene fedele alla propria linea introspettiva e a una scrittura nitida, che alterna sapientemente prosa e poesia, situazioni quotidiane e immagini evocative, per costruire un cammino in cui prende per mano l'ascoltatore, mostrandogli, della nostra realtà, dettagli e particolari spesso ignorati o, peggio, misconosciuti.
In Io sono l'altro, ad esempio, Fabi affronta con coraggio il tema della mancanza di empatia, vera peste dei nostri giorni; ma lo fa con parole dirette, senza metafore né retorica, al limite del politicamente corretto: Sono il padre del bambino handicappato che sta in classe con tuo figlio/ Il direttore della banca dove hai domandato un fido / Quello che è stato condannato / Il presidente del consiglio. /Quelli che vedi sono solo i miei vestiti / Adesso vacci a fare un giro/ E poi mi dici. O, in Prima della tempesta, criticando con decisione il degrado sociale, canta: Cercheranno i miliardari di sfuggire al camposanto/ ma uno scherzo del destino /li accomuna ai mendicanti/ cominciamo ad insegnare la gentilezza nelle scuole / che non è dote da educande ma virtù da cavaliere.
E allora, dov'è il tradimento, a cui accenna il titolo? Lo troviamo nei suoni, di cui Fabi ha vestito le parole. Dopo una crisi compositiva, seguente all'acclamato Una somma di piccole cose, che lo aveva spinto ad allontanarsi dalle scene, per riflettere sulla direzione da fare prendere alla propria arte, Fabi si è trasferito a Ibiza, ceercando di dare un'impronta elettronica alle proprie composizioni, con Costanza Francavilla esperta in collaborazioni, ad esempio, coi Massive Attack, e che ha colorato di suoni synth il sorprendente elenco di mezzi di trasporto in Amori con le ali o le visioni pseudo apocalittiche di Prima della tempesta. A questo punto, tutto era pronto per un raccordo con la tradizione; e gli storici collaboratori, Roberto Angelini e Pier Cortese, hanno compreso perfettamente l'intenzione di Fabi.
Ne è splendida testimonianza Scotta, che, da un'impostazione piano e voce, si chiude con un crescendo solo strumentale, dai dettagli accuratissimi, quasi sinfonici, alla Sigur Rós: ascoltate il piccolo tintinnìo dello xilofono, e provate a togliere questo minimo, essenziale, suono: l'effetto cambia radicalmente.
Fabi ha compreso che di dettagli e di particolari si deve vivere, per riempire di senso la nostra quotidianità; e ci offre questa intuizione come viatico per r_esistere, ogni giorno.