Neil Young & Crazy Horse Psychedelic Pill + Live vari
2012 - Reprise 2CD
Il 2012 verrà ricordato come un anno eccezionale per i seguaci di Neil Young e per tutti gli amanti della musica rock. Neil Young ha sfornato 2 nuovi album a distanza di pochi mesi: Americana e Psychedelic Pill che esce ufficialmente il 29 Ottobre. Sono inoltre arrivati sul mercato nel mese di ottobre due official bootlegs, il primo Live At Austin City Limits Festival 13/10/2012, di fatto un’anteprima live di Psychedelic Pill, il secondo Welcome To London, Ladies And Gentleman registrazione del concerto del 10/11/1973 alla Royal Festival Hall.
Archiviato Americana, un album dedicato alle ‘radici’ rivisitate da NeilYoung, l’attenzione di tutti era rivolta verso Psychedelic Pill, il primo cd originale con i Crazy Horse dal 2003. Devo dire che la realtà ha superato l’immaginazione: era probabilmente dai tempi di Zuma e Rust Never Sleeps che il grande canadese non si esprimeva a livelli compositivi così alti e i Crazy Horse sono sempre una signora band, Ralph Molina alla batteria, Billy Talbot al basso Frank Sampedro alla chitarra suonano insieme da più di 40 anni, con l’eccezione del solo Sampredo che è entrato nella band nel 1974 dopo la morte di Danny Whitten. Psychedelic Pill è un album caratterizzato da brani molto lunghi, cavalcate dove le chitarre di Neil Young e Frank Sampedro si rincorrono in una prateria di suoni caratterizzata dal drumming personalissimo ed essenziale di Ralph Molina e dalle linee di basso dirette e precise di Billy Talbot .
Si comincia con Driftin’ Back 27 minuti di jam elettrica introdotta da una visione onirica condotta dalla voce e chitarra acustica di Neil, a cui si aggiungono presto armonie vocali e il tessuto sonoro dei Crazy Horse, il tutto portato avanti senza mai cadere in eccessivo auto indulgenza e ripetitività, con un testo che ripercorre il fallimento dei grandi che avrebbero dovuto cambiare il mondo. Occorre fare un piccolo passo indietro, ricordando l’autobiografia che Neil Young ha mandato recentemente alle stampe “Wagin Heavy Peace”, oltre 500 pagine che ripercorrono tutta la vita di Neil Young. Driftin’ Back prova a trovare, attraverso la musica, la sintesi di un’epoca passata, ripercorsa attraverso la trasfigurazione della memoria. La title track Psychedelic Pill scivola via in soli 3 minuti con un riff volutamente ossessivo che richiama molti pezzi del canadese da Cinnamon Girl degli anni’60 alla recente Sign Of Love del 2010, senza però cadere nella citazione pura e semplice. Ramada Inn è una classica composizione di Neil, un inno all’amore che non invecchia con gli anni. Walk Like A Giant è probabilmente il pezzo più esemplificativo dello stile compositivo di Neil, con un lunghissimo assolo, potente e furioso che sembra riemergere dalle pagine di Southern Man nella versione di Four Way Street, se non fosse per un ’whistle refrain’ e i cori di intermezzo che ne addolciscono l’epicità drammatica. Riemergono i collegamenti con la sua autobiografia in Born In Ontario, un testo che richiama le sue radici, la famiglia, la voglia di libertà raggiunta e placata solo con le sue canzoni “Once in a while, when things go wrong/ I pick up a pen, scribble on a page/Try to make sense of my inner rage”, For The love Of The Man, brano intimista e delicato, riemerso dal passato, presente con un arrangiamento diverso in alcuni bootleg a partire dagli anni ‘80 e che comunque si può ascoltare su YouTube anche con il titolo di I Wonder Why, dedicato al figlio Ben, affetto da paralisi cerebrale sin dalla nascita, e Twisted Road, un omaggio ad alcune delle sue influenze musicali, Dylan, Grateful Dead, Roy Orbison, Bob Seger. She’s Always Dancing è un brano dominato dalle armonie vocali che introducono la lead guitar di Neil Young, con evidenti richiami al psychedelic sound di fine anni’60, pezzo bellissimo che regge il confronto anche con pezzi epici come Like A Hurricane.
In tutto 88 minuti di grande rock da parte di un artista che non ci sta a fare la parte del monumento storico, ma vuole ancora essere protagonista della scena musicale odierna, riuscendoci alla grande.
BONUS Reviews:
Live At Austin City Limits Festival 13/10/2012
è un doppio cd e un Dvd, un documento eccezionale dell’attuale stato di forma di Neil Young e dei Crazy Horse e Born In Ontario, Walk Like A Giant, Twisted Road, Psychedelic Pill e Ramada Inn provengono proprio da Psychedelic Pill . Apre il primo cd una versione micidiale di Love And Only Love tratto da Ragged Glory, da cui proviene anche Fuckin’ Up. Sono presenti molti classici come Powdferfinger, The Needle And The Damage Done, Cinnamon Girl, Hey Hey My My (IntoThe Black) e una strepitosa versione di Down By River , 15 minuti tirati dall’inizio alla fine, con la band affiatata all’unisono, senza una sbavatura ( Neil Young e Crazy Horse suonano questo pezzo da 43 anni!!). Il sound dei vari brani, nuovi e classici del passato è molto ben amalgamato, tanto da sembrare un po un greatest hits live e questo la dice lunga sulla qualità del nuovo Psychedelic Pill !
Welcome to London, Ladies and Gentleman
è la testimonianza del Tonight Is The Night tour, che Neil Young e la band, i Santa Monica Flyers (Ralph Molina alla batteria, Billy Talbot al basso, Ben Keith alla pedal steel e Nils Lofgren alla chitarra) effettuarono ben prima che uscisse l’album ufficiale, oggetto di controversie tra la casa discografica Warner Brothers, rappresentata dal manager Elliot Robert che avrebbe voluto portare avanti il sound di Harvest e Neil Young che aveva voluto fortemente realizzare un lavoro diverso, caratterizzato da un’atmosfera cupa, dedicato a due amici scomparsi, il roadie Bruce Berry e il chitarrista Danny Whitten, membro originale dei Crazy Horse, un chitarrista di talento distrutto dalla droga a cui Neil Young aveva già dedicato The Needle And The Damage Done . Neil Young aveva licenziato ed allontanato Danny Whitten dai Crazy Horse il 18 novembre 1972 e la sera stessa per una fatale coincidenza Danny Whitten era morto a causa di un cocktail fatale di alcol e valium.
Il primo Cd contiene soltanto brani che poi appariranno sull’album Tonight Is The Night. Il concerto inizia proprio con Tonight Is The Night, seguita da Mellow My Mind, World On A String, Speakin Out, Albuquerque, New Mama, Roll Another Number e Tired Eyes. L’atmosfera cupa della trilogia del dolore (Ditch trilogy: Times Fade Away, On The Beach e Tonight is The Night) è ricalcata perfettamente anche in questo concerto, i brani sono molto belli, ma caratterizzati tutti da un’atmosfera sospesa in cui la sensazione del dolore è palpabile. Su tutti primeggia una bellissima versione di Albuquerque, una canzone assolutamente da rivalutare e che adesso possiamo considerare a ragione uno dei brani più belli dell’intera produzione di Neil Young. I tempi sono cambiati recita Roll Another Number e dalla situazione personale di Neil Young si può anche prendere deviare un attimo per prendere queste parole come una sorta di profezia su come saranno diversi gli anni ‘70 rispetto al decennio precedente! Anche se l’ultimo brano è una diversa versione di Tonight Is The Night, chiude simbolicamente il primo cd una struggente Tired Eyes, con una splendida pedal steel di Ben Keith. Il secondo cd è una carrellata di classici del canadese: I Am a Child, Flying On A Ground Is Wrong, Human Highway, Helpless, Cinnamon Girl e Southern Man. In chiusura due brani provenienti da un altro concerto al Rainbow Theatre del 5/11/1973 : Don’t Be Denied e Cowgirl In The Sand . Neil Young dedica Don’t be Denied proprio all’amico e compagno di tante avventure Danny Whitten :
Well pretty soon I met a friend, He played guitar. We used to sit on the steps at school And dream of being stars. We started a band, We played all night….. Chiude una possente versione di Cowgirl in The Sand, con le chitarre di Neil Young e Nils Lofgren in bella evidenza, 10 minuti di catarsi, dove Neil Young cerca di liberarsi dai fantasmi che lo tormentano torturando le corde della sua Fender Telecaster, creando un suono abbastanza inusuale che non ritroviamo in nessun’altra delle molte versioni live di Cowgirl In The Sand pubblicate . Insomma un concerto molto bello e sofferto, che meritava sicuramente la pubblicazioni anche a distanza di quasi 40 anni.