MOSQUITOS Socialhaze
2012 - Fosbury/Audioglobe
Già in partenza, Wanna Be You, ci indica quello che sarà il tono nostalgico e romantico di tutto l’album: un concentrato di wave anni ’80, della migliore, fatta con un’autenticità tale da credere di ascoltare una ristampa di una band dell’epoca.
Un viaggio obbligatoriamente in bianco e nero intriso di superalcolici misti a medicinali e sigarette a ripetizione, occhi socchiusi, pallore sui visi e magrezza, jeans strettissimi, una Londra sempre piovosa, una Los Angeles che non ne vuole più sapere.
Siamo qui ed ora, invece, in una Frosinone lontana da questi scenari o forse vicinissima, almeno mentalmente, visto che i quattro musicisti in questione hanno saputo chiudere gli occhi gettandosi completamente in un’avventura fuori dal normale. La preparazione dimostrata nel contesto è notevole.
Suoni, testi, melodie, un concentrato di dark-pop retrò che squarcia un mondo in cui si sono superate le realtà dei Television e dei The Dream Syndicate. Il mondo attuale, quello dai suoni full HD, dell’allegria di quantità pompata nei microdispositivi.
Psichedelia invernale per un bosco labirinto, spaventapasseri umani strappati a se stessi. Il packaging ben curato la dice lunga su quello che ascolteremo: scleri lisergici (Been a Tripper, House), spaccati elettro-acustici in ballate poetiche, Two Chasms.
Mosquitos con questa loro ultima produzione ci regalano un lavoro compatto e straordinariamente estemporaneo. Il pregio di questo disco li mette automaticamente a livello e a confronto con realtà estere perché Socialhaze, nel genere, si dimostra un disco completo e maturo sotto tutti gli aspetti.
Per nostalgici, intellettuali e persone afflitte da una tristezza filosofica incurabile.