Somebody’s Knocking<small></small>
Rock Internazionale • Rock

Mark Lanegan Band Somebody’s Knocking

2019 - Heavenly Records, 2019

23/10/2019 di Gianluca Crugnola

#Mark Lanegan Band#Rock Internazionale#Rock

Di solito è arduo cogliere anche solo pochi barlumi o attimi di luminosità provenienti dal viso imperturbabile del cavaliere di Ellensburg, Mark Lanegan, l'ex Screaming Trees è notoriamente poco incline nel concedersi festeggiamenti e spassi mondani, il suo carattere cupo e introverso è sempre stato evidente, quasi un marchio di fabbrica, ma nel caso del nuovo disco, almeno per una volta, riesce a dispensare insolite dosi di luce e serenità. Lanegan, è un songwriter versatile che cammina da sempre nel lato scuro della musica, ciò accade  anche perché possiede un vissuto segnato da complicazioni e dipendenze. Mark propone  la propria arte raggiungendo picchi emozionali anche grazie alla drammaticità della propria voce, possiede una timbrica  intrisa di Whiskey e fumo, e la muove celandosi dietro un apparente distacco che pare essere  avvolto da solitarie visioni.

 Somebody’s Knocking, questo il titolo della nuova fatica, che è stata anticipata da tempo da un paio d'inediti corredati da videoclip estremamente suggestivi ed evocativi, come Stitch It Up e il recentissimo Night Flight To Kabul oltre ad altri due brani che furono messi  in rete astutamente per nutrire l’attesa dei propri fan, Playing Nero e Letter Never Sent.

Il nuovo capitolo delle avvincenti gesta di Lanegan viene attraversato da inaspettata distensione, rilassatezza, sono brani pesantemente influenzati dalla passione giovanile di Mark per l’elettronica, fonte d’ispirazione a supporto della sua proiezione musicale.

Il disco consta di quattordici tracce frutto di una minuziosa ricerca, nonostante siano frutto di registrazioni prese in pochi giorni a Los Angeles con amici e collaboratori di vecchia data. L’album è concettualmente pensato per penetrare l’anima dell’ascoltatore, che verrà plagiata, condizionata dal sound ruvido e dalle sue psichedeliche allucinazioni.

Si tratta di un’opera spirituale,  fortemente radicata nel territorio americano tra differenti stili e malinconia;  la trionfale performance di Lanegan si apre con il blues-rock di Disbelief Suspension, traccia di grande impatto che introduce ad alcuni dei pezzi citati in precedenza, un viaggio che brilla immerso tra esplosioni di synth e arrangiamenti gioiosi fino ad esplorare lande Dark e New Wave. Impossibile non citare la sorprendente Penthouse High per le sue atmosfere eighties.  Somebody’s Knocking arriva nel momento giusto, l’inverno ormai alle porte preannuncia la stagione più fredda, quale antidoto migliore per scaldare anima e cuore se non l’autenticità trascendentale dell’opera affascinante e imprevedibile di Mark Lanegan? Artista dallo spirito oscuro, duro alla vista  ma dal sapore morbido, rotondo.



Track List

  • Disbelief Suspension
  • Letter Never Sent
  • Night Flight To Kabul
  • Dark Disco Jag
  • Gazing From The Shore
  • Stitch It Up
  • Playing Nero
  • Penthouse High
  • Paper hat
  • Name and Number
  • War Horse
  • Radio Silence
  • She Loved You
  • Two Bells Ringing At Once

Articoli Collegati

Mark Lanegan Band

Live Report del 27/11/2019

Recensione di Gianluca Crugnola

Mark Lanegan Band

Live Report del 15/07/2013

Recensione di Paolo Ronchetti

Mark Lanegan Band

Live Report del 11/11/2004

Recensione di Antonio Avalle